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Impianto di stoccaggio alimentare. Manca solo il parere del Comune

La variante poi potrà andare in consiglio per l’eventuale approvazione finale.

Impianto di stoccaggio alimentare. Manca solo il parere del Comune

Nessun parere negativo alla realizzazione dell’impianto di stoccaggio per prodotti alimentari in via Pomezia: all’appello manca solo l’opinione scritta del comune, cui dovrà seguire un ulteriore passaggio in provincia, dopodiché, in caso di esito positivo, la variante potrà andare in consiglio per l’eventuale approvazione finale. È quanto emerge dalla conferenza dei servizi che si è svolta nella mattina del 28 febbraio fra i rappresentanti dei diversi enti coinvolti nella valutazione dell’iniziativa e, in base alle disposizioni vigenti, prima del passaggio in emiciclo intercorrerà un tempo massimo di due mesi. La faccenda è stata già discussa nell’ultimo question time, per iniziativa della consigliera Annalisa Marchegiani, che ha criticato l’amministrazione comunale per una serie di questioni legate alla valutazione della variante. La proposta, avanzata da una società, prevede l’acquisto di un capannone, che verrebbe demolito e sostituito da un impianto automatico di stoccaggio a bassa temperatura e movimentazione: in parole povere, un grosso frigorifero i cui scomparti si svilupperebbero, in parte, in altezza. Ed è per questo che la società ha chiesto di poter costruire in deroga all’altezza massima, visto che la ‘torretta’ raggiungerebbe i 28 metri.

A conti fatti, una variante allo strumento urbanistico, che però non comporta aumento del carico urbanistico, e che quindi per l’amministrazione ricade nell’articolo 26 quater della legge regionale 34/1992: una variante, cioè, per cui non sussiste necessariamente il "prevalente interesse pubblico". La conferenza dei servizi era stata convocata per esaminare preliminarmente la proposta, e nel corso della seduta sono stati illustrati i pareri pervenuti in comune, cioè quello dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, la provincia, la Sovrintendenza, il genio civile della regione Marche, il dipartimento di prevenzione dell’Ast, l’Arpam, l’Ato Marche Sud e la Ciip. Nonostante alcune condizioni e prescrizioni, nessun ente ha dato parere sfavorevole, quindi ora manca solo quello dell’ufficio urbanistica, che dovrà esprimersi entro 30 giorni, e poi toccherà alla provincia emettere, entro un mese, una determina per la verifica di assoggettabilità alla Vas (Valutazione ambientale strategica). Nella conferenza dei servizi, invece, non è stata convocata la Riserva Sentina, perché il gestore del sito Natura 2000 è lo stesso comune. Sulla questione si preannunciano nuove polemiche: secondo la minoranza, per assoggettare la variante alla legge regionale, l’amministrazione avrebbe dovuto approvare una modifica al regolamento comunale.

Giuseppe Di Marco