OTTAVIA FIRMANI
Cronaca

Il sindaco Michele Franchi: "Sono stati anni molto duri. Guai a lasciare indietro le zone più martoriate"

Il primo cittadino: "Adesso ci sono tutte le normative e le ordinanze possibili. Chiedo uno sforzo alle imprese perché è più facile lavorare da altre parti . ma qui c’è più bisogno. Dobbiamo fare presto le case e ripartire con i servizi".

Il primo cittadino: "Adesso ci sono tutte le normative e le ordinanze possibili. Chiedo uno sforzo alle imprese perché è più facile lavorare da altre parti . ma qui c’è più bisogno. Dobbiamo fare presto le case e ripartire con i servizi".

Il primo cittadino: "Adesso ci sono tutte le normative e le ordinanze possibili. Chiedo uno sforzo alle imprese perché è più facile lavorare da altre parti . ma qui c’è più bisogno. Dobbiamo fare presto le case e ripartire con i servizi".

Michele Franchi è il sindaco del comune di Arquata del Tronto, dal 2021 guida l’Amministrazione nel difficile periodo di rinascita post sisma.

Sindaco, sono giornate impegnative?

"Sono sempre giornate impegnative qui, ora cominciamo a vedere qualche risultato, pochi ma ci sono. Primo tutto quando a rilento, molto a rilento. Adesso va meglio. Però c’è bisogno ancora di tanto. Soprattutto di non fermarsi perché c’è il rischio. C’è sempre qualche ostacolo che si crea all’ultimo momento".

In questi otto anni cosa è cambiato?

"È dura raccontare questi 8 anni. Sono cambiate tante cose. Sono stati anni difficilissimi, a partire dalle difficoltà della fase emergenziale fino a quelle del mondo normativo. Ci tengo a ribadire, che è fondamentale: adesso ci sono tutte le normative, tutte le ordinanze possibili. Qualcosa c’è sempre da fare per migliorare, qualche piccolo cavillo. Ma io chiedo uno sforzo in più soprattutto i professionisti, alle imprese, agli uffici, per evitare di lasciare indietro le aree più colpite, perché è più facile lavorare da altre parti ma qui c’è più bisogno".

Ci sono zone più sviluppate e zone che vanno a rilento?

"Purtroppo bisogna tenere in conto che le zone perimetrate e quelle non perimetrate hanno un iter assolutamente diverso. Ad oggi, in quelle non perimetrate c’è un avanzamento maggiore. Faccio un esempio anche di Colle, o Spelonga: ci sono tanti cantieri, tante gru, hanno una marcia in più rispetto alle prime. I problemi in quelle che ora sono indietro sono stati gli iter lunghissimi, abbiamo dovuto mettere d’accordo tante persone, ci aspettavamo che qualcuno capisse la situazione. Sulle zone perimetrate l’Ufficio speciale ricostruzione, che è il soggetto attuatore, ha dato gli incarichi e quindi partiranno a breve i cantieri lì. Nella costruzione bisogna pensare anche ai sottoservizi, ovvero, ad esempio, alle reti fognarie. C’è un progetto che definisce aree e zone in cui va costruito una specifica struttura. In base a questo progetto, abbiamo evidenziato delle e abbiamo chiesto al Commissario Castelli di poter procedere con sottoservizi e lavori alle case in contemporanea, senza dover attendere il completamento dei primi per partire con i secondi. E’ fondamentale per velocizzarsi. Stiamo cercando il modo".

Chi si occuperà dei sottoservizi?

"L’Ufficio speciale ricostruzione ha provveduto a stipulare delle convenzioni con la Ciip".

A livello di turismo, com’è la situazione?

"Noi dobbiamo fare le case. Ci auguriamo che, con la partenza dei sottoservizi della frazione di Tufo e con la fine di Trisungo che è già a buon punto, si parta nel nuovo anno con le case in queste zone. Così facendo, ci sarà la possibilità di pensare a hotel e B&b. Questo è fondamentale, perché senza servizi non si va da nessuna parte. Attualmente c’è il dormitorio Agorà, per famiglie e operai. Poi ci sono due B&b, a Spelonga e a Trisungo, e poi ci sono i progetti per gli alberghi: uno ad Arquata, uno al centro due Parchi e altri due a Forca Canapine. Ad oggi c’è un turismo mordi e fuggi, invece servono i posti letto per renderlo un turismo più stanziale. Per noi è fondamentale mantenere i servizi, perché se noi facciamo le case e poi abbiamo i servizi, a partire dalla scuola, il territorio si svuota".

E se dovessimo parlare di un errore, in questi 8 anni?

"Non differenziare le aree del cratere. Non me ne voglia nessuno, ma ci sono zone colpite di più e zone di meno. Il territorio, quello più colpito, doveva avere delle deroghe mentre questa differenziazione è stata fatta con solo ultimamente".