Il sindaco di Arquata: "No alla guerra tra poveri. Ma ora tocca accelerare"

Michele Franchi traccia il bilancio a 8 anni dal sisma: "So che non è facile ma dopo tutto questo tempo pensavo che la situazione sarebbe stata migliore. In tanti hanno preferito dedicarsi ai lavori del Superbonus".

"Ci auguriamo che entro l’anno partano più lavori, perché è vero che sono stati fatti passi in avanti in questi otto anni, ma quello che dalle zone terremotate picene gridiamo a gran voce, soprattutto alle imprese e i progettisti, è di concentrarsi sulle nostre zone, quelle più colpite. Non vogliamo fare una guerra tra poveri, solo far sapere con forza quello che adesso serve davvero". Alterna calma e veemenza il sindaco di Arquata Michele Franchi a otto anni dalla terribile scossa del 30 ottobre 2016 che fece definitivamente crollare Arquata e tutte le frazioni, già martoriate da quanto avvenuto il precedente 26 agosto quando in tanti persero la vita sotto le macerie causate dalle prime scosse.

Sindaco Franchi, a che punto siamo con la ricostruzione?

"Sono passati otto anni, ci sono ancora tanti problemi, così come anche tanti progetti, alcuni devono essere terminati. Lunedì è stato dato parere favorevole della Conferenza dei servizi ai progetti delle opere e dei sottoservizi di Pretare e Capodacqua. Nei prossimi giorni verrà comunicato il cronoprogramma degli interventi sulle frazioni di Arquata, per esempio Tufo, e sul capoluogo. Si va avanti".

Lei si è rivolto direttamente a imprese e progettisti. Cosa rimprovera loro?

"I progetti ci sono e quindi non ci sono più le scuse della mancanza di ordinanze, che manca questo o quello; adesso c’è veramente tutto per procedere e per imprimere quell’accelerazione di cui i territori terremotati hanno bisogno. E c’è bisogno che l’attenzione sia concentrata veramente su chi è stato più colpito".

Superbonus e 110% hanno per così dire "distratto" imprese e professionisti, allettate da soldi immediati?

"In tanti hanno preferito svolgere altri lavori, magari più facili, piuttosto che occuparsi della ricostruzione dei territori terremotati. In effetti c’erano tanti problemi per partire, ma questi problemi ora non ci sono più e quindi chiedo loro di concentrarsi sulle nostre necessità".

Sindaco Franchi, dopo otto anni si aspettava di stare più avanti nella ricostruzione?

"Purtroppo sì, pensavo che a questo punto qualcosa in più fosse stato fatto. Ma mi rendo conto che non è affatto facile, che i problemi dopo un terremoto di quelle proporzioni sono infiniti e le soluzioni non sempre sono agevoli da mettere in campo. Ma è inutile stare qui a dire se si poteva fare meglio o peggio: c’è bisogno di una marcia in più in tutte le aree interne della provincia di Ascoli, quelle che più hanno patito le conseguenze del sisma. Ci sono stati anche ostacoli per così dire, interni. Di qualcuno che ha messo i bastoni fra le ruote, ha remato contro, ma spero che tutti abbiano capito che dobbiamo guardare in un’unica direzione. Dobbiamo avere chiaro tutti un concetto: la ricostruzione è di tutti".

Quanta gente risiede adesso stabilmente ad Arquata?

"Siamo circa 650 e dobbiamo fare di tutto per aumentare questo numero al più presto. Le ordinanze ci sono, il dialogo col commissario è costante, così come con l’Usr. A tutti, ma soprattutto a imprese e professionisti ribadisco la richiesta di concentrarsi sui nostri territori".

Peppe Ercoli