MATTEO PORFIRI
Cronaca

Il futuro della Beko. Incontro il 10 febbraio:: "La riduzione dei costi resta uno spauracchio"

Lo storico dipendente del sito di Comunanza, Gianni Lanciotti: "Bene che l’azienda abbia dato disponibilità a rivedere i programmi ma noi continueremo a far sentire la nostra voce per difendere il lavoro".

Lo storico dipendente del sito di Comunanza, Gianni Lanciotti: "Bene che l’azienda abbia dato disponibilità a rivedere i programmi ma noi continueremo a far sentire la nostra voce per difendere il lavoro".

Lo storico dipendente del sito di Comunanza, Gianni Lanciotti: "Bene che l’azienda abbia dato disponibilità a rivedere i programmi ma noi continueremo a far sentire la nostra voce per difendere il lavoro".

Vietato perdere tempo. All’indomani del tavolo che si è svolto al ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vicenda Beko, è stato già convocato il prossimo incontro, sempre a Roma. Si svolgerà il 10 febbraio e, seppur in forma ristretta, rappresenterà il primo grando passo nella trattativa che dovrebbe portare, si spera, al nuovo piano industriale della multinazionale. Un piano che non prevederebbe la chiusura dello stabilimento di Comunanza. Per gli operai del sito Piceno, gli oltre 300 che hanno visto minacciato il proprio posto di lavoro con la paventata chiusura a fine 2025, è però presto per cantare vittoria. "Sicuramente l’incontro di giovedì è stato importante perché l’azienda ha dato la propria disponibilità a rivedere i propri programmi, inizialmente molto rigidi – spiega Gianni Lanciotti, storico dipendente del sito comunanzese –. E’ positivo il fatto che non verrà aperta alcuna procedura di licenziamento finchè è in atto la vertenza. Così come siamo fiduciosi per il fatto che a fine anno non ci sarà alcuna chiusura per il nostro stabilimento. Però ci sono ugualmente tanti punti interrogativi, in quanto non si è entrati nel merito di ciò che l’azienda intende per ‘riduzione dei costi’. Questa, infatti, è la condizione che Beko ha posto per scongiurare la dimissione della fabbrica di Comunanza. Speriamo di avere maggiori delucidazioni dopo l’incontro del prossimo 10 febbraio. Noi continueremo a far sentire la nostra voce per difendere i posti di lavoro e per garantire un futuro alle nostre famiglie".

Non si cullano sugli allori nemmeno i sindacati. "La disponibilità di Beko a iniziare un confronto su un nuovo piano industriale, senza aprire la paventata procedura di chiusura e di licenziamento, costituisce il presupposto minimo per iniziare una trattativa – spiegano Fim, Fiom, Uilm e Uglm –. Tuttavia, le disponibilità aziendali sono ancora estremamente generiche. Beko ha parlato di un piano di investimenti più cospicuo pari a 300 milioni di euro, ha fatto intravedere la possibilità di non chiudere Comunanza e di prevedere un percorso di tre anni per Siena, dove comunque ribadisce la volontà di cessare la produzione. Grazie alla lotta dei lavoratori, Governo e istituzioni locali hanno offerto il loro sostegno a supportare gli investimenti e ad acquistare l’immobile di Siena, garantendone la destinazione industriale. Rivendichiamo che tutte queste prese di posizione si traducano in proposte concrete già nel prossimo incontro previsto per il 10 febbraio. Finché non sarà garantita la continuità produttiva e occupazionale per tutti i 4.400 lavoratori italiani – concludono i sindacati –, continuerà non solo il confronto ma anche la lotta".

Matteo Porfiri