di Peppe ErcoliASCOLI PICENOUn brutale pestaggio a mani nude, avvenuto diverse ore prima di dare telefonicamente l’allarme ai propri genitori dicendo loro "Emanuela non respira più". La donna è morta la notte del 19 dicembre, letteralmente riempita di botte dal marito, Massimo Malavolta, nella loro abitazione a Ripaberarda, frazione di Castignano, in provincia di Ascoli. Ieri il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Ascoli Annalisa Giusti ha convalidato l’arresto operato nella flagranza di reato dai carabinieri e disposto la custodia cautelare in carcere per Massimo Malavolta, 48 anni, accusato dell’omicidio della moglie Emanuela Massicci. Il trasferimento nella casa circondariale di Marino del Tronto dovrà avvenire non appena daranno il via libera i medici dell’ospedale Mazzoni dove l’uomo è ancora ricoverato a seguito del tentativo di suicidio messo in atto dopo l’uccisione della moglie.
Il gip ha accolto la richiesta della Procura, respingendo l’istanza della difesa rappresentata dall’avvocato Saveria Tarquini, che aveva chiesto il trasferimento dell’uomo in una struttura sanitaria a causa dei suoi problemi psichici, documentati da una perizia relativa a un precedente caso di stalking risalente al 2015. La difesa inoltre sollecita la magistratura a disporre una perizia psichiatrica sull’omicida, riservandosi di farlo in sede di incidente probatorio. Secondo la ricostruzione della Procura, basata sugli accertamenti medico legali, Malavolta avrebbe aggredito la moglie tra l’una e le due di notte, mentre i due figli dormivano nella loro cameretta. La donna è stata picchiata con estrema violenza, riportando fratture al naso, a sette costole e all’ulna sinistra, oltre a numerosi ematomi e segni di afferramento sulle mani, che fanno supporre un tentativo di difesa. Dopo l’omicidio, l’uomo ha rivestito il corpo della moglie e si è inflitto un taglio superficiale sull’avambraccio. Alle 5:32 del mattino, ha allertato i genitori, che hanno contattato i carabinieri. Quando i militari sono arrivati, Malavolta era in stato di semi-incoscienza per una probabile emorragia. Seduto sul letto accanto al corpo senza vita della moglie, stringeva in mano il coltello utilizzato per ferirsi. La ricognizione cadaverica, eseguita dai medici legali Sabina Canestrari e Francesco Brandimarti, ha collocato il momento della morte a circa sette ore prima dell’ispezione cadaverica, avvenuta giovedì mattina. Il decesso è stato causato dalle percosse, mentre i tagli inferti non erano mortali. Attualmente, Malavolta è ricoverato in ospedale sotto stretta sorveglianza. Ieri è stato sottoposto dai medici legali a ispezione per verificare la presenza, soprattutto sulle sue mani, dei segni riportati nel mentre colpiva la moglie. La sua avvocata ha dichiarato che l’uomo è "molto confuso e non in grado di sostenere un interrogatorio". La giudice Giusti, nell’ordinanza di custodia cautelare, ha sottolineato i gravi indizi di colpevolezza e l’estrema pericolosità dell’indagato, ritenendo la custodia in carcere l’unica misura adeguata a garantire la prevenzione sociale.