Il tribunale di Ascoli ha assolto perché il fatto non sussiste un 65enne di Perugia finito sotto processo a seguito di una lite automobilistica avvenuta il 21 ottobre del 2020 lungo la superstrada Ascoli-Mare nel territorio di Monteprandone.
Difeso dall’avvocato Rita Occhiochiuso l’uomo doveva rispondere di lesioni personali aggravate, violenza privata e minacce nei confronti di una donna di Ascoli che, assistita dall’avvocato Claudio Voltattorni, lo ha denunciato per quanto avvenuto.
Quel giorno di tre anni fa la 39enne stava percorrendo la superstrada per andare al lavoro a Porto d’Ascoli. Ha superato una Fiat 500, quando alle sue spalle è giunta una vettura a velocità molto sostenuta. "Quando ho ultimato il sorpasso mi sono riportata sulla corsia di destra; mi ha affiancato una vettura, una Honda grigia, stringendomi volontariamente sulla destra al limite del guardrail; l’automobilista mi si è poi messo davanti ed ha cominciato ad alternare frenate ad accelerazioni, inchiodando per tre volte consecutive" è il racconto della donna della parte iniziale dell’accaduto.
In sintesi il conducente protestava per la manovra fatta precedentemente dall’ascolana. La donna è uscita a Monteprandone, convinta che fosse finito tutto lì. Ma non era così. "Al secondo stop è ricomparsa l’auto di prima, mi ha affiancata salendo sul cordolo spartitraffico e ha speronato la mia auto, ha proseguito leggermente la marcia fino a tagliarmi la strada".
L’uomo quindi è sceso dall’auto cominciando ad urlare contro la donna. "E’ una cretina, deficiente, ti trovo e ti ammazzo" le avrebbe detto cominciando a dare colpi all’auto. "Ha tentato di aprire la portiera ma io, impaurita, le avevo bloccate dall’interno" ha detto ancora.
Mentre lui armeggiava col suo telefonino, la donna non si è persa d’animo e, benché impaurita, è riuscita a scattare qualche foto a lui e alla sua auto. Fotografie indispensabile per risalire all’identità dell’uomo attraverso l’auto intestata alla moglie. E’ quindi scattata la denuncia che ha convinto la Procura di Ascoli a indagare sull’accaduto, tanto che il perugino è finito sotto processo.
La donna quel pomeriggio fece anche ricorso alle cure del pronto soccorso dell’ospedale Mazzoni di Ascoli dove fu assistita per un forte stato d’ansia che si è protratto nel tempo.
I danni stimati alla sua auto, speronata e colpita dall’automobilista, sono stati stimati in 10.000 euro. Al termine dell’istruttoria dibattimentale il giudice non ha ravvisato però gli estremi della colpevolezza dell’imputato umbro.
Peppe Ercoli