Ascoli, 12 ottobre 2023 – San Benedetto capoluogo insieme ad Ascoli del Piceno: il connubio è possibile? Per la neonata associazione "La Nuova Provincia Ascoli-San Benedetto", evidentemente sì. Il gruppo si è costituito e presentato ieri mattina proprio a San Benedetto e sotto la guida del presidente, Alessandro Capograssi, promuoverà la proposta di riforma dell’assetto del sud delle Marche non solo dal punto di vista formale.
L’idea non è originale, se si considerano realtà come quella di Pesaro e Urbino, ma nella sua semplicità trova la forza. Ed ecco la richiesta: una nuova Provincia che abbia San Benedetto come co-capoluogo insieme ad Ascoli. Ciò, infatti, comporterebbe una differente divisione dei servizi associati al capoluogo, tra cui il tribunale – da tempo soppresso in riviera –, nonché realtà importanti come l’Erap o gli uffici dell’Agenzia delle entrate, in grado di gestire le richieste del territorio in termini abitativi e fiscali. "Sono trascorsi più di centosessanta anni dalla nascita della provincia e molte cose nel frattempo sono cambiate – scrivono i referenti dell’associazione –, in particolare la crescita demografica, che ha visto la città di San Benedetto espandersi costantemente rispetto all’intera provincia, che ha invece subìto un calo demografico significativo. Le cause di queste variazioni sono molteplici e principalmente sono da annoverare nelle diverse opportunità di lavoro, nella diseguale e diversificata crescita economica, nella posizione baricentrica rispetto alle Marche e all’Abruzzo. Insomma, la città di San Benedetto è diventata un punto strategico, che consente di attirare il turismo e di creare opportunità di sviluppo economico".
Demograficamente parlando, i due poli del Piceno sono andati avanti per anni con un testa a testa, che alla fine ha visto prevalere la costa: in base agli ultimi dati dell’Istat, infatti, San Benedetto ha raggiunto quota 47.024 residenti, mentre Ascoli è scesa a 45.386. La statistica fa ben capire quanto le due città si considerino rivali, a partire dalla storica rivalità calcistica: una, incastonata nell’entroterra, centro di potere burocratico; l’altra, sulla costa, che fa da motore turistico per tutto il territorio.
L’iniziativa dell’associazione non poteva che suscitare le reazioni più disparate. "Azioni del genere lasciano il tempo che trovano – dice Piero Celani, ex presidente della Provincia e presidente dell’Amat –, Ascoli e San Benedetto devono stare insieme, ma sotto le insegne di un progetto di sviluppo comune. Sarebbe molto più utile per il Piceno tornare con Fermo".
"Fare fronte comune – dice invece il vicesindaco di San Benedetto, Tonino Capriotti – significa aprirsi a un ventaglio di opportunità ben maggiore, specie sotto il profilo degli investimenti statali. Una centralizzazione dei servizi, inoltre, consentirebbe una notevole riduzione dei costi".