Il consiglio comunale ha approvato la richiesta del sindaco Fioravanti, e così Russell Crowe riceverà la cittadinanza onoraria di Ascoli. Eppure, non pochi sono i misteri che ancora avvolgono la questione, visto che i documenti su cui si è basata l’attribuzione della nascita del trisavolo da parte di madre dell’attore sono ancora molto poco ben delineati nel suo albero genealogico. Dall’Archivio di Stato di Ascoli il commento è chiaro: "Al di là dell’interesse mostrato e comunque la questione vada a finire (e ci auguriamo felicemente per la città di Ascoli), a prescindere ci dobbiamo ricordare che l’importanza della fonte d’archivio è superiore rispetto a ogni altra cosa. Le fonti devono essere interrogate in maniera puntuale e oggettiva, per giungere ad una corretta ricostruzione storica. Ciò che invece bisogna evitare assolutamente è la tendenza a piegare l’analisi a fini altri, diversi dalla pura ricerca della verità".
E infatti, nonostante il clamore di questi giorni, il giallo continua, e con esso anche i tentativi di risolvere l’intricato rebus. "Come istituto, nella persona del direttore Emanuele Tedeschi, del responsabile sala studio Giuseppe Dell’Anno e del responsabile sala visure Andrea Biondi, si stanno ancora conducendo ricerche puntuali, oggettive e basate sui documenti a cui è possibile attingere grazie ai fondi". La ricerca continua, perciò, e rimane l’interrogativo più difficile da risolvere: a quali documenti si è affidato Crowe per affermare con così tanta certezza di avere origini ascolane? Infatti, le ricerche dei suoi antenati non sembrano aver toccato sponde picene, tanto che dall’archivio sottolineano: "Non ci risultano ricerche, nel corso degli scorsi anni, per conto di Russel Crowe, ma soprattutto nessuno qui da noi si è presentato affermando di cercare Luigi Ghezzi. Quindi se Crowe ha trovato un documento che accerta la nascita ascolana non lo ha cercato qui, forse in Nuova Zelanda, in Argentina o in Sud Africa. Anche questo è il bello della ricerca: ci suscita curiosità non sapere le basi documentali che sono state utilizzate, ma noi possiamo fare solo supposizioni".
E le supposizioni sembrano infatti non mancare: tra commenti social, discussioni al bar e studiosi in cerca di risposte, le opzioni continuano ad essere sulla bocca di molti. Ciò nonostante, fino a quando non si avranno documenti attendibili e tracce storiche congruenti tra loro, non si tratta altro che di supposizioni. L’indagine perciò continua, in attesa di nuovi sviluppi che facciano luce sulla vicenda, e che smentiscano eventuali inadeguatezze o forzature nella storia che si sta raccontando. Oltre al clamore, è bene sottolineare che la questione ha avuto non pochi risvolti positivi, per la visibilità data alla città ma anche per l’interesse mostrato verso il lavoro di ricercatori e archivisti, a sottolineare la pragmaticità di questi istituti. Come sottolinea il direttore dell’Archivio Emanuele Tedeschi: "C’è stato un interessamento vivace da parte della popolazione, una piacevole curiosità verso la vicenda, soprattutto ci sono state tante richieste di curiosi, cittadini sia privati che istituzionali".
Ottavia Firmani