Ascoli, 31 maggio 2024 – Un muro di lava, alto 50 metri e lungo più di un kilometro, si è innalzato sulla penisola islandese di Reykjanes, davanti agli occhi di 27 geologi marchigiani.
“Abbiamo camminato sulla lava fresca di marzo, ora si sono riaperte delle fessure da cui stanno uscendo fontane di 50 metri”. Inizia così il racconto della geologa Cinzia Marucci che, insieme ad altri 26 colleghi marchigiani, è in viaggio nella penisola di Reykjanes, in Islanda. Proprio in questa occasione, il gruppo di si è trovato nelle immediate vicinanze dell’area interessata da un evento eruttivo iniziato nelle prime ore del mattino del 29 maggio. Nella penisola si è proceduto anche all’evacuazione dei 3800 abitanti della cittadina di Grindavik, per via dell’allerta posta dalla protezione civile islandese che attualmente monitora l’andamento dell’eruzione.
“Non siamo ancora stati sulla zona da quando c’è stata l’eruzione, ma stiamo cercando di avvicinarci per osservare un po’ più da vicino il fenomeno, anche se al momento è tutto chiuso”.
Non si tratta di una situazione di pericolo, ma l’allerta rimane: “Sì, l’allerta c’è – conferma la geologa –. Più che altro per via dei gas altamente tossici che si respirano in quella zona. L’aeroporto è molto vicino al punto dove è avvenuta l’eruzione, per questo temiamo che ci possano essere complicazioni, però per ora sembra tutto regolare, dovremmo partire con l’aereo a mezzanotte del 30 maggio, fare un primo scalo a Vienna e poi arrivare in Italia, a Bologna”.
Infatti, dal 24 maggio a ieri, 30 maggio, i geologi marchigiani hanno portato avanti un’esplorazione, in Islanda appunto, con lo scopo di osservare gli effetti che i mutamenti climatici stanno portando nel fragile ambiente della criosfera. Nello specifico, si è trattato di attività di monitoraggio e studio della trasformazione dei ghiacciai islandesi, un’importante occasione di confronto e aggiornamento professionale per gli esperti. “Proprio appena arrivati siamo stati sulla zona dove attualmente c’è l’eruzione – ci dice la dottoressa Marucci –, abbiamo passeggiato sulla lava fresca che era lì a causa del fenomeno di marzo, durato quindici giorni. Ora, da alcune fessure riaperte, è iniziata una seconda fuoriuscita. Si tratta di fontane di 50 metri di altezza, per un fronte di circa 3 chilometri quasi quattro. Uno spettacolo bellissimo, che per ora non siamo ancora riusciti a vedere da vicino. Il 29 hanno chiuso le strade di accesso, e hanno mantenuto la situazione sotto controllo, adesso vorremmo avvicinarci ma per il momento è tutto chiuso a causa dei gas tossici”.
Rientrare in Italia non dovrebbe essere un problema, “Siamo riusciti a fare il check in per il volo, quindi non risultano variazioni in aeroporto anche perché l’eruzione è iniziata il 29 e sembra che ad oggi sia abbastanza monitorata. Certo che fino all’ultimo momento non possiamo dirlo con certezza, ma non dovrebbero esserci complicazioni”.