FLAVIO NARDINI
Cronaca

Frastornati da due omicidi. Un forte senso di comunità per provare a ripartire

A proposito di qualità della vita nel Piceno

Ascoli Piceno, 2 gennaio 2025 – Non vi sono più emozioni intermedie per un cuore gonfio di supremo dolore. Un passaggio del Conte di Montecristo di Alexandre Dumas riassume in poche parole lo stato d’animo con cui la nostra provincia ha chiuso il 2024. Due notizie sconvolgenti hanno spazzato via quell’aria di sicurezza che aveva avvolto il Piceno dopo la classifica del Sole 24 Ore. Si trattava in realtà di una fragile nebbia. Gli omicidi di Emanuela Massicci e Renzo Paradisi ci hanno così riportato a terra e mostrato le falle in un territorio che sì, possiamo dirlo nonostante tutto, è più sicuro della media. E allora la sfida del 2025 sarà provare a sentire quelle emozioni intermedie nonostante un cuore gonfio di supremo dolore.

La qualità della vita nella nostra provincia resta alta, il senso di comunità è ancora forte e non va perduto. Ma per non crollare, come hanno già fatto altre zone del Paese, bisogna che tutto il territorio funzioni. Allora è necessaria una cura vera per le aree interne, sempre meno popolate e con scuole a rischio o formate con pluriclassi. Resta fondamentale spingere per infrastrutture più moderne che facciano uscire il nostro territorio dall’isolamento. Se davvero questo sarà l’anno della fine dei cantieri in A14 allora un barlume di speranza potremmo tenerlo acceso. Bisognerà fare attenzione a non cedere al turismo predatorio, perché gli affitti brevi selvaggi stanno già facendo danni in tante parti d’Italia e i prezzi dei canoni di locazione troppo alti allontanano i giovani, costretti così a guardare altrove. Inutile parlare di Ascoli città universitaria se poi è impossibile trovare una camera libera. Il lavoro resta il motore principale per un territorio: il caso Beko ci ha fatto fare un salto indietro fino alla crisi del 2008, quando una dopo l’altra come in un domino cadevano aziende. Ma l’emorragia non si è fermata, come dimostrano i recenti dati del centro studi Cna Marche sulla base delle statistiche fornite dalla Camera di Commercio: nel giro di 6 anni la nostra provincia ha perso 2.353 aziende attive. Allora se guardiamo oltre le classifiche sulla qualità della vita ci sentiamo come un tappo di spumante pronto a esplodere da un momento all’altro. Teniamolo saldo e cerchiamo in tutti i modi di affrontare questo nuovo anno con lo spirito che contraddistingue una piccola comunità: quando si è uniti gli ostacoli diventano opportunità.