"La situazione nelle Marche va a rilento, mancano le direttive precise. Già con la delibera 145 del 28 marzo la regione ha fatto capire da che parte stava, e ora, con questo nuovo provvedimento ministeriale è arrivata la nuova mazzata". Commenta così il referente per la regione Marche dell’associazione Italia solare, Michele Mencarelli, il nuovo aggiornamento a tema ‘fotovoltaici’ che arriva dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. "Con il decreto agricoltura – ha detto il ministro in conferenza stampa –, poniamo fine all’installazione selvaggia di fotovoltaico a terra, interveniamo con pragmatismo salvaguardando alcune aree". Però, nel settore sembra mancare ancora chiarezza.
Mencarelli, com’è la situazione?
"Questo provvedimento è un’ulteriore mazzata per il settore, chi ha creato un piano di sviluppo si è trovato bloccato gran parte dei progetti. Si tratta di un continuo ‘start e stop’: ogni nuovo cambiamento blocca o fa ripartire gli investimenti e i progetti, è complesso creare un piano di sviluppo e per questo si fa fatica a fare investimenti importanti, perché le norme e gli incentivi cambiano rapidamente. Ora lo sviluppo a terra del fotovoltaico, che è il sistema più economicamente sostenibile per costi e resa produttiva, è bloccato. Invece sull’agrivoltaico, ovvero i fotovoltaici rialzati dal terreno agricolo, ci sono ancora dubbi: mancano le direttive su quali tipologie utilizzare, si aspettano le norme tecniche ma non è detto che arrivino. Viviamo in un limbo, si parla di salvaguardia di progetti in via di autorizzazione, ma anche in questo caso non sappiamo quali si possono considerare da salvaguardare e quali no. Poi si annunciano provvedimenti e fondi d’investimento che però rimangono in bozza per anni: questo non fa altro che rallentare il processo, si attende ma nel frattempo il mercato dei grandi impianti è fermo".
Cosa bisognerebbe cambiare per sbloccare la situazione?
"In primis chiarire il tema delle aree idonee, ovvero le zone non di pregio dove poter costruire gli impianti, ad esempio sul bordo autostradale o nelle ex miniere. Bisogna chiarire quali sono. Invece c’è un regime transitorio dove è tutto molto poco concreto".
Fotovoltaico e agricoltura, sono davvero nemici?
"L’1% dei terreni agricoli non occupati è sufficiente per realizzare con impianti a terra il 50% dei 50GW richiesti per raggiungere gli obiettivi del 2030. Agricoltura e fotovoltaico possono coesistere benissimo. Pochi agricoltori investono sull’ installazione, ma a lungo termine serviranno sempre più acqua e più tecnologie, e quindi il fotovoltaico potrebbe essere necessario anche per gli agricoltori".
Dalla parte degli agricoltori c’è invece la voce di proprietario di un’azienda agricola del Piceno. Fotovoltaici e agricoltura, cosa ne pensa?
"Io credo che dipenda dal consumo che si ha in azienda. Ho provveduto a installare impianti fotovoltaici sui tetti, dove possibile, ma sia per una questione di quantità di produzione, sia per preservare il paesaggio, e anche per l’offerta turistica, sono contento che non si possano mettere sui terreni agricoli. Detto ciò, va bene farlo in zone apposite, già ad esempio in prossimità delle serre".
Ottavia Firmani