
ll cda della Fondazione Carisap subito dopo l’elezione dell’aprile 2022
Ascoli, 12 ottobre 2023 – Con una mossa a sorpresa il Consiglio di amministrazione della Fondazione Carisap si è dimesso. Il coniglio fuori dal cappello è stato tirato fuori durante la riunione riunione dell’Organo di indirizzo in programma nel pomeriggio, con all’ordine del giorno "la revoca per giusta causa del presidente e dei componenti del consiglio di amministrazione".
Alla fine non c’è stata revoca, bensì un passo indietro da parte del presidente Mario Tassi, del suo vice Fabio Paci e dei consiglieri Francesco Albertini, Antonio Dionisi, Simona Flammini, Maria Liberati. L’unico a non dimettersi è stato il consigliere Daniele Tagliabue.
"Come previsto dallo statuto della Fondazione – si legge in una nota –, il vicepresidente e i consiglieri dimissionari restano in carica sino all’insediamento del successivo consiglio di amministrazione. Le dimissioni di Tassi sono immediatamente efficaci, e pertanto il facente funzioni è Fabio Paci. L’Organo di indirizzo, considerate le dimissioni, non ha proceduto alla revoca e ha indicato le procedure da seguire per la ricostituzione del Consiglio di amministrazione". Domani quindi verranno aperte le procedure per le candidature.
Un terremoto arrivato dopo mesi di tensioni all’interno di un’ente fiore all’occhiello del Piceno, con un peso fondamentale negli investimenti del territorio. Lo strappo decisivo all’interno dell’organo di indirizzo c’è stato ad aprile quando il segretario Fabrizio Zappasodi ha sollevato interrogativi sulla legittimità di alcune delibere approvate nel 2018 (gestione Galeati), con possibili violazioni allo statuto.
La presidenza di Mario Tassi dura dunque un anno e mezzo ed è la seconda volta in pochi anni che il vertice della Fondazione fa un passo indietro. Era infatti già successo nel 2018 quando, seppur per motivi diversi e con alle spalle un arco di tempo decisamente superiore, Vincenzo Marini Marini si dimise.
"Ho cercato sin da subito – ha detto ieri Tassi – di costruire un modello di Fondazione collaborativa, propositiva e inclusiva, trasparente democratica e aperta a tutti gli stakeholders. Mi rendo conto che questa impostazione non è stata capita, compresa o condivisa. Nella Fondazione non devono esserci fazioni, maggioranze o minoranze che operino per la prevaricazione dell’una sull’altra. È ferma convinzione mia e dei consiglieri di avere operato costantemente con totale correttezza personale e istituzionale e che non sussista il benché minimo fondamento per una revoca del Cda e del presidente sorretta da una giusta causa. Pertanto, nel caso in cui l’Organo di Indirizzo avesse deliberato la revoca mia e dei consiglieri di amministrazione non avremmo potuto esimerci dal difendere la nostra onorabilità in ogni competente sede. E ciò avrebbe comportato per la Fondazione anche conseguenze di natura risarcitoria. Con le dimissioni abbiamo rinunciato al diritto della difesa nelle sedi opportune per il bene della Fondazione Carisap a cui ci siamo sempre ispirati".