Ascoli Piceno, 12 ottobre 2024 – Enrico Vignini, amministratore della Fly Products di Grottammare, azienda che costruisce ultraleggeri ci accoglie accanto alle venti casse di legno che contengono 10 ultraleggeri da spedire al compratore danese e che sono stati bloccati dalla Digos di Ascoli, poiché in passato impiegati per compiere attentati in Turchia. “Dovevano partire a fine agosto ma abbiamo ricevuto la comunicazione del Ministero dell’Interno che ha chiesto di prendere tempo e di non spedire nulla poiché loro già sapevano che era accaduto qualcosa con l’impiego di questi mezzi: dieci li avevamo già spediti a gennaio al rivenditore danese. Alcuni di quelli il 17 di agosto sono stati impiegati per compiere l’attentato in Turchia durante il quale due velivoli sono stati abbattuti e i piloti uccisi. A questo punto abbiamo tirato per le lunghe perché ci hanno chiesto di fermare quel carico, ma con notevoli difficoltà poiché il cliente la merce l’ha già pagata. Da noi non parte nulla se prima non abbiamo incassato il corrispettivo. Una spedizione che ha un valore di quasi 200mila euro e ora non sappiamo come andrà a finire”.
Ci racconta come sono andate le cose?
“Adesso minacciano di denunciarmi perché, dopo aver parlato con la Digos di Ascoli ed aver avuto l’assicurazione che non c’era alcun sequestro della merce, la mattina dopo abbiamo fatto venire il camion per la spedizione. Neppure il tempo di muovere una cassa che sono arrivati a bloccare tutto e a controllare i nostri computer per verificare i documenti al fine di ricostruire la filiera. Noi non abbiamo mai avuto una carta scritta per dire al corrispondente danese i motivi del ritardo della spedizione e non abbiamo mai avuto contatti con persone a rischio terrorismo, ma solo con i rivenditori danesi con cui lavoriamo da anni. Non vi è stata alcuna perquisizione, tutto è durato una mezz’ora. Noi non possiamo sapere dove vengono venduti i nostri mezzi dal commerciante danese. E’ una cosa molto triste per noi che lavoriamo da 26 anni nel settore. Sentirci accusati in questo modo è stato un colpo grosso”.
La richiesta di velivoli costruiti con serbatoio e asse più grandi, non vi ha insospettiti?
“Assolutamente no. Qualche anno fa abbiamo fatto una fornitura di Trike all’esercito della Corea del Sud usati per fare monitoraggi del territorio anche a lungo raggio con un serbatoio di 75 litri. Gli stessi mezzi ci furono poi richiesti dal rappresentante danese, ma non sappiamo a chi fossero destinati”.
I 10 velivoli bloccati dalla Digos nel capannone e destinati al rivenditore danese, hanno il serbatoio più grande?
“No, sono mezzi standard, non hanno serbatoi rinforzati. Voglio precisare che se noi avessimo saputo che alcuni dei nostri mezzi sarebbero finiti in mano a qualcuno che ne avrebbe fatto un uso diverso da quello sportivo, non li avremmo mai inviati. Abbiamo un’etica che conserviamo da sempre. Per noi andavano in Danimarca senza sapere a chi poi sarebbero stati venduti”.
Cosa auspica adesso per lei e per l’azienda?
“Speriamo di non finire in cattiva luce a causa di quanto accaduto e che l’azienda non ne venga coinvolta, anche per il bene dei nostri dipendenti. Purtroppo sui mezzi sequestrati non abbiamo avuto nessuna rassicurazione circa la possibile fine, cioè quando saranno sbloccati e quando li potremo spedire”. Enrico Vignini ci mostra poi altre casse di legno contenenti Trike destinati a rivenditori diversi che sono liberi di partire e che saranno spediti nelle prossime ore.