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Fermo pesca, è polemica:: "Così l’economia crolla"

I marittimi sono sempre più critici: "Con soli 100 giorni di pesca all’anno non riusciamo a sostenere il porto, mentre in Croazia fanno diversamente".

Pietro Ricci,. marittimo impegnato da anni nella tutela della categoria

Pietro Ricci,. marittimo impegnato da anni nella tutela della categoria

I marittimi di San Benedetto sono sempre più critici nei confronti del sistema di fermo pesca imposto in Italia, quest’anno prolungato più del solito. Guardano alla Croazia e chiedono al Ministero di adottare un modello simile, che consenta alle imbarcazioni di pescare per gran parte dell’anno. Il contrasto tra le due sponde dell’Adriatico è infatti netto: mentre in Italia il fermo pesca costringe tutte le imbarcazioni a restare in porto per settimane, in Croazia la pesca continua praticamente senza interruzioni, grazie a una gestione delle risorse marine basata su chiusure temporanee di specifiche zone. A parlare è Pietro Ricci, presidente dell’Organizzazione Produttori del porto di San Benedetto, che da tempo il fermo pesca indiscriminato attuato di qua dell’Adriatico. Secondo Ricci, questo metodo non porta a benefici significativi per il ripopolamento della fauna ittica, mentre in Croazia il sistema di chiusure mirate, basato su dati scientifici, permette di tutelare l’ecosistema marino senza interrompere del tutto l’attività dei pescherecci.

"Da anni – afferma Ricci – sosteniamo, su basi scientifiche, che il fermo pesca italiano non porta risultati apprezzabili. In Croazia, invece, si chiudono solo determinate zone nei periodi critici, lasciando lavorare i pescherecci nelle altre aree". Il modello croato permette alle imbarcazioni di continuare a operare per circa 300 giorni all’anno, a differenza dell’Italia, dove i giorni di lavoro si riducono a poco più di 100.

"Questo significa che, mentre si proteggono le risorse ittiche, non si compromette l’economia del settore. Noi, invece, con soli 100 giorni di pesca all’anno, non riusciamo a sostenere l’economia del porto". Il problema, come sottolinea Ricci, non riguarda solo San Benedetto, ma anche tutti i porti dell’Adriatico. La gestione italiana delle risorse marine, basata su lunghi periodi di fermo totale, sta alla luce dei fatti mettendo in ginocchio i pescatori, che faticano a far quadrare i conti e dunque presentano le loro difficoltà. L’impossibilità di lavorare per la maggior parte dell’anno si traduce in un danno economico difficile da recuperare. In Croazia, invece, il fermo pesca non esiste come lo conosciamo in Italia.

"Lì ci si ferma solo per fare manutenzione alle imbarcazioni, e gli armatori possono contare su guadagni sufficienti per rinnovare costantemente la propria flotta" conclude Pietro Ricci.

Emidio Lattanzi