E’ stata lunga la deposizione che Claudio Funari ha fatto al giudice delle indagini preliminari Annalisa Giusti che lo ha rinchiuso in carcere facendo proprio l’impianto accusatorio della Procura che contesta a Funari la premeditazione sia per l’omicidio di Renzo Paradisi, sia per il tentato omicidio della moglie Maria Antonietta Giacomozzi; il 42nne è accusato anche di tentato incendio, violenza privata e danneggiamento. Contestata anche l’aggravante dei futili motivi e della minorata difesa delle vittime. Un quadro accusatorio che prevede la pena dell’ergastolo ed è proprio per questo che la linea difensiva è volta a ridimensionare l’accusa eliminando la premeditazione e la volontarietà nella condotta dell’indagato limitando la pena finale fra 10 e 18 anni di carcere. "La versione resa dal mio assistito esclude premeditazione e volontarietà per quanto avvenuto" commenta l’avvocato Dionisi che dopo l’interrogatorio ha presentato istanza al Tribunale del Riesame per far ottenere a Funari gli arresti domiciliari. "Credo che sia quella più idonea" spiega il penalista. Il racconto fatto da Funari contrasta e non poco con quello reso ai carabinieri da Maria Antonietta Giacomozzi, tuttora ricoverata all’ospedale Mazzoni. In particolare cozza col secondo racconto fatto dalla donna quando, successivamente alla morte del marito avvenuta il 28 dicembre, il procuratore Umberto Monti ha avocato a sé l’inchiesta, formulando un nuovo capo di imputazione in vista dell’autopsia.
La Giacomozzi ha parlato di un’aggressione avvenuta in momenti diversi. Funari ha descritto un contesto diverso dei fatti, sostenendo, in sintesi, di aver reagito alle rimostranze dei due anziani coniugi nei suoi confronti quando la discussione inerente una delle loro figlie si è surriscaldata. A causare il decesso dell’anziano 75enne è stato il trauma cranico massivo riportato. E’ quanto trapelato dai primi risultati dell’autopsia eseguita dal medico legale Pietro Alessandrini. Non è stato solo picchiato con calci e pugni. Ci sono lesioni talmente gravi che non possono essere state causate solo con le mani. Il sospetto è che il malcapitato sia stato ucciso anche sbattendogli ripetutamente la testa sul pavimento e/o con l’uso di un oggetto, come riferito ai carabinieri dalla moglie. A sua volta l’anziana donna ha riportato un grave trauma cranico e facciale con fratture alla mascella e dell’orbita sinistra. L’anziana ha subìto anche un importante trauma toracico con quattro costole fratturate, ferite ed ecchimosi in varie parti del corpo.
Peppe Ercoli