"Abbiamo visto una figura vestita di nero che attraversava la strada". E’ una delle testimonianze raccolte in tribunale dove è in corso il processo a carico del 52enne di Spinetoli accusato di incendio doloso in relazione al rogo che fu appiccato la notte di Capodanno 2018 ad una palazzina in via Tevere a Spinetoli destinata ad accogliere richiedenti asilo, in particolare minorenni. Sono stati sentiti alcuni ragazzi, i primi che quella notte si sono accorti dell’incendio in atto e hanno dato l’allarme. Hanno riferito di questa figura che indossava abiti molto scuri, ma non sono stati in grado di fornire una descrizione del soggetto in questione. Il pubblico ministero in udienza ha chiesto di acquisire la relazione sull’analisi fatta sul telefono dell’imputato, alla quale si è opposta l’avvocato difensore Fabrizia Cangemi. A far cadere i sospetti sull’imputato sono stati gli spostamenti che fece quella notte. Era in famiglia, ma improvvisamente si allontanò per poi farvi ritorno. Dopo il violento incendio i carabinieri hanno cercato spunti di indagine dai filmati registrati da alcune telecamere di sicurezza nella zona, anche se quelle che sono state individuate non si trovano vicine a via Tevere, dove è avvenuto l’incendio. Hanno inoltre acquisito i filmati girati da alcuni ragazzi mentre si sviluppava il rogo che ha gravemente danneggiato la palazzina di tre piani a Spinetoli. Furono sentiti i residenti nella zona per cercare di capire se qualcuno aveva notato movimenti sospetti quella notte. Sono stati sequestrati anche i residui di materiale accelerante che è stato utilizzato per appiccare l’incendio su numerosi punti della palazzina.
p.erc.