Ascoli, 14 febbraio 2024 – “Non si è trattato di un gesto volontario, sono passato lì due volte solo perché sono andato a comprare le sigarette". Si è difeso così, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice, il 42enne di Acquasanta, finito nei guai per l’investimento di una donna e l’uccisione di un cane il 5 gennaio.
L’uomo è accusato di tentate lesioni pluriaggravate, lesioni pluriaggravate, uccisione di animali, rifiuto di sottoporsi ad accertamento alcolimetrico, resistenza aggravata e modifica dell’autovettura sequestrata per aver sostituito, dopo il fatto, uno specchietto laterale danneggiato.
Quel giorno era passato per due volte sulla stessa strada e aveva investito una donna e i suoi cani, uccidendone uno. Durante l’interrogatorio di garanzia di lunedì svoltosi davanti al gip del tribunale di Ascoli Annalisa Giusti, su richiesta della Procura, il 42enne di Acquasanta si è detto dispiaciuto, ma ha continuato a sottolineare che nulla di ciò che è successo è stato volontario.
La ricostruzione dei fatti
Una veterinaria di Acquasanta, quella sera, dopo aver concluso il turno nell’ambulatorio si era incamminata lungo la strada all’ingresso di Santa Maria in compagnia dei suoi due cani. Ed è proprio qui che è tornata insieme ai carabinieri, qualche giorno dopo, per effettuare un sopralluogo con lo scopo di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto che l’ha vista protagonista.
Secondo quanto ricostruito, quel venerdì sera un’autovettura in corsa, nel sorpassare la donna a piedi con i due cani al guinzaglio, aveva suonato il clacson spaventandola e costringendola a trovare rifugio dietro al guardrail per evitare di essere investita; poco dopo, la stessa auto, invertito il senso di marcia, si è ripresentata davanti al gruppetto a piedi questa volta investendoli. La donna, caduta, ha riportato lesioni in varie parti del corpo, mentre uno dei suoi cani, Lady, è morta.
A questo punto l’autovettura si sarebbe data alla fuga, e il conducente, identificato e fermato davanti ad un distributore automatico di sigarette dai carabinieri poco dopo, si è rifiutato di sottoporsi all’alcol-test e ha opposto resistenza.
"L’ho fatto perché impaurito" ha sostenuto davanti al giudice l’uomo. Il suo avvocato, Umberto Gramenzi, ha chiesto l’attenuazione della misura, con l’obbliglo di dimora al posto degli arresti domiciliari.