Si è impiccato usando i pantaloni attaccati al braccio della doccia nella cella dove era rinchiuso. Così si è suicidato martedì pomeriggio un marocchino di 21 anni detenuto nel carcere di Marino del Tronto, negli ultimi giorni purtroppo teatro di diversi episodi preoccupanti. Il suicidio lo scorso 29 aprile lo aveva tentato anche un suo connazionale, ma era stato fermato dagli agenti intervenuti e che sono rimasti feriti. Martedì invece il 21enne nordafricano è riuscito a mettere in atto l’estremo gesto autolesionistico. Il marocchino stava scontando una pena per reati legati al traffico di stupefacenti e avrebbe dovuto rimanere detenuto fino al 2025, altri tre anni. Lo scorso febbraio era giunto nel carcere ascolano proveniente da quello di Pesaro. Un trasferimento disposto dall’amministrazione penitenziaria proprio per il suo carattere molto irascibile e violento. Nel carcere di Pesaro per quattro volte aveva dato fuoco alla cella dove era detenuto con altre persone. Quindi è stato portato a Marino del Tronto. A parte qualche segno di nervosismo nei giorni immediatamente successivi al suo arrivo nella casa circondariale di Ascoli, la sua permanenza sembrava scorrere sul filo della normalità, sempre tenuto conto che nell’ambiente carcerario non c’è mai un clima idilliaco, con tensioni che covano, anche nei momenti di calma apparente. Martedi’ mattina il 21enne marocchino ha dato ampi segni di nervosismo. Era stato posto in isolamento disciplinare con l’ok del personale sanitario del carcere per la sua "etero aggressività". Il giovane ha aggredito tre agenti che nel tentativo di ricondurlo alla ragione sono rimasti contusi con prognosi di 34 giorni. Ha poi iniziato a danneggiare la cella: ha divelto le finestre, rotto i vetri e danneggiato i telai. Una crisi di nervi che verso le ore 18 lo ha portato anche a scardinare il termosifone con l’acqua che ha in breve allagato la stanza. A quel punto gli agenti sono andati a chiudere le valvole; quando sono tornati indietro non l’hanno visto più nella stanza, si sono diretti nel bagno e l’hanno trovato impiccato coi pantaloni al braccio della doccia. Era ormai privo di vita e non c’è stato nulla da fare per lui. Il fratello è detenuto nel carcere di Napoli, anche lui per reati legati alla droga, mentre il resto della loro famiglia è in Marocco. Anni fa era giunto in Italia con uno dei tanti barconi partiti dall’Africa.
p. erc.