PEPPE ERCOLI
Cronaca

Il delitto di Castignano, Malavolta nel reparto di salute mentale: era già stato in terapia

A settembre 2023 era stato sottoposto ad un accertamento sanitario obbligatorio dopo un serio problema comportamentale tenuto nei confronti di colleghi di lavoro. Alla Vigilia l’addio a Emanuela

Nel riquadro in alto, Emanuela Massicci; in basso, Massimo Malavolta; sullo sfondo, un momento del funerale della donna

Nel riquadro in alto, Emanuela Massicci; in basso, Massimo Malavolta; sullo sfondo, un momento del funerale della donna

Castignano (Ascoli), 27 dicembre 2024 – Assume contorni molto particolari la ricostruzione del percorso terapeutico di Massimo Malavolta, il 48enne che il 19 dicembre scorso ha ucciso la moglie Emanuela Massicci a forza di botte, con un’agonia lenta causata dal dissanguamento. Proprio quest’ultimo aspetto potrebbe spingere la Procura ad aggiungere l’aggravante della crudeltà al capo di imputazione che al momento comprende l’omicidio volontario aggravato dal vincolo familiare. Dopo essere stato ricoverato per alcuni giorni nella rianimazione dell’ospedale Mazzoni, sottoposto a terapia psichiatrica e sedazione, Malavolta dal 24 dicembre è ricoverato nel reparto di salute mentale dell’ospedale Madonna del Soccorso a San Benedetto. Ma non è la prima volta che accade. A settembre 2023 vi era stato sottoposto ad un accertamento sanitario obbligatorio dopo un serio problema comportamentale tenuto nei confronti di colleghi di lavoro nell’azienda dove lavora lungo la zona industriale di Ascoli.

Volontariamente ha poi accettato ricoverarsi per circa una settimana ed è stato poi dimesso con la prescrizione di una precisa terapia psichiatrica a base di farmaci psicotici, piuttosto importanti. Una terapia che è stata poi rimodulata quando Malavolta, durante il mese di ottobre, è stato preso in carico dal Centro di Salute Mentale di Ascoli. Qui nell’ultimo anno l’uxoricida si è più volte recato, talvolta accompagnato dalla stessa moglie che non ha mai denunciato comportamenti violenti. Negli ultimi dieci anni, però, Malavolta ne ha avuti, alcuni dei quali nell’ambiente di lavoro, vittima, tra l’altro, una donna disabile sottoposta a stalking. Fatti per i quali è stato poi condannato. Insomma, si è palesemente in presenza di soggetto fortemente problematico, anche se dire che potesse essere previsto un epilogo così drammatico non è facile.

“Oggi deve parlare solo il dolore – ha detto il vescovo Gianpiero Palmieri, che alla vigilia di Natale ha celebrato la funzione funebre nella chiesa di Sant’Egidio Abate, gremita di gente, con tante persone rimaste all’esterno – Non basterà la legge, deve sparire ogni traccia di violenza nel nostro cuore”. Per monsignor Palmieri “è importante far sentire ai familiari di Emanuela affetto e condivisione del dolore, ma è anche che ognuno di noi metta da parte i propri convincimenti e il proprio modo di interpretare i fatti e taccia: a parlare dev’essere solo il dolore”. Al termine del funerale, Emanuela Massicci è stata sepolta nel cimitero di Castignano.