REDAZIONE ASCOLI

Da Ascoli alla Fashion Week

Le creazioni dello stilista 21enne Christian Piersimoni in passerella a Milano

Due dei sei abiti realizzati da Christian Piersimoni e selezionati dalla giuria dell’evento

Due dei sei abiti realizzati da Christian Piersimoni e selezionati dalla giuria dell’evento

Un giovane ascolano in vetrina alla Milano Fashion Week, una delle kermesse di moda più importanti a livello internazionale. Christian Piersimoni, 21enne studente di fashion design all’Istituto Marangoni Milano, ha infatti avuto il privilegio di presentare i suoi lavori nell’ambito della settimana della moda milanese, all’interno della sfilata ’Algorealismo’. Christian è stato uno dei dieci best designer del terzo anno del suo corso di laurea selezionati per la sfilata, che si è tenuta durante la fashion week meneghina: organizzata dall’Istituto Marangoni, ’Algorealismo’ ha avuto l’obiettivo di esplorare i confini della percezione e della realtà, interrogandosi su come gli algoritmi e le tecnologie digitali possano plasmare e rappresentare la nostra fruizione del reale.

L’evento ha segnato l’apertura ufficiale della Milano Fashion Week, ponendo sotto i riflettori la creatività dei talenti emergenti. Si tratta di giovani e giovanissimi artisti selezionati da una giuria di illustri professionisti del settore tra cui Edward Cromack (vice president design womenswear di Versace), Antonio Moscogiuri (editor in chief di Cap74024), Sara Sozzani Maino (creative director di Fondazione Sozzani), Alessio Cuozzo (head of buying & merchandising di Modes) e Luca Rizzi (tutoring & consulting director di Pitti Immagine).

La direzione artistica dell’evento è stata affidata a Diana Marian Murek, Director of education dell’ Istituto Marangoni Milano. Il tema su cui Piersimoni ha lavorato è particolarmente attuale: "La collezione da me presentata – ha detto Christian – è intitolata ‘Il naufragar m’è dolce in questo mar’ e comprende 6 outfit, con tre modelli per uomo e altrettanti per donna. La collezione si ispira al dipinto ‘La zattera della medusa’, di Théodore Géricault, e ha l’intento di celebrare la resilienza umana tramite l’utilizzo di materiali usurati e vissuti, trovati a seguito di mesi di ricerca".

Daniele Luzi