Uragani, alluvioni, desertificazione, siccità, aumento del livello dei mari e oceani che sommergono arcipelaghi: eventi estremi associati a cambiamenti climatici che hanno modificato l’ambiente e costretto milioni di persone a lasciare la loro casa. In Africa, il clima sempre più caldo e il suolo arido intensificano i problemi già cronici fino a determinare conflitti per acqua cibo oltre che migrazioni. "I migranti ambientali" saranno 200 milioni nel 2050: scenari apocalittici per l’accoglienza. La sfida? Coltivare piante studiate in laboratorio e farle crescere su terreni infruttuosi. Importante è l’alfabetizzazione climatica, ma imprenditori africani hanno già soluzioni: raccolgono resti di cibo e li fanno trasformare dai lombrichi in compost; con i sottoprodotti della carne scartati dai macelli, nutrono le larve di mosca soldato nera come cibo per i polli, economici e salutari per la popolazione. Occorrono cooperazione internazionale e azioni guidate di accesso ai finanziamenti. Dipende dalla risposta dei governi locali all’emergenza, ma soprattutto da quello che l’uomo ricco farà per ridurre i gas serra.
CronacaCresceranno i migranti ambientali