"Costruiamo nuovi trabocchi"

Il consigliere e il ricordo della bilancia di Fiore: "Potrebbe essere l’occasione di ripristinarla"

"Costruiamo nuovi trabocchi"

"Costruiamo nuovi trabocchi"

"Che ricordi, alla ‘velangia’ di Fiore. Vicino a quel casotto in legno celestino ho passato alcuni dei momenti più belli di sempre. Sarebbe bello averne una simile, oggi, nel nostro molo turistico". La ‘velangia’, termine sambenedettese che sta per ‘bilancia’, indica una costruzione simile alla palafitta o al trabocco, che per buona parte del ‘900 fece parte del panorama rivierasco. E oggi Lorenzo Marinangeli, ricordando i bei tempi, propone di realizzarne di nuovi, con lo scopo di caratterizzare maggiormente lo skyline sambenedettese. La bilancia di Fiore Spina, come rammenta lo storico Giuseppe Merlini in un suo dettagliato articolo nel bollettino municipale, venne realizzata nella metà degli anni ’50 e rimase in zona porto fino a poco tempo dopo la morte del suo proprietario, avvenuta nel 1989. Il rifugio di mare, luogo di ristoro nelle calde estati sambenedettesi, è rimasto nel cuore di molti. "Da ragazzi – continua il consigliere – ci si andava a pesca di ‘buatt’’, per la frittura mora, che tra aprile e maggio abboccavano con qualsiasi cosa si mettesse all’amo. Alcuni usavano la milza del bue, ma bastava anche la vongola o la cozza. Parlo di almeno 45 o 50 anni fa, c’erano ancora le cassette di legno. Si arrivava a prenderne fino a 5 o 6 chili con un pomeriggio. La bilancia era fissata con cavi in acciaio e spesso, quando i pescatori lanciavano le canne, i fili vi si intrecciavano. Accedevi alla bilancia tramite una scalinata, entrando nel casotto che era provvisto di un piccolo frigo con bibite gassate e poco più. Ovviamente c’era la rete e noi, alle volte, davamo una mano a ritirarla con il verricello. Da quel punto vedevi tirar su sgombretti e papaline. Ad agosto, quando il caldo si faceva sentire, si mettevano tutti a pescare lì sotto, al riparo offerto dall’ombra. Sono stati anni d’oro. E io ero lì, li ho vissuti con mio fratello Benedetto".

Da qui l’idea di connotare il porto sambenedettese con qualcosa che affonda le radici nella sua storia recente. "Mi chiedo perché non cogliere l’occasione di ripristinare queste nostre bilance – conclude Marinangeli – Di trabocchi ne abbiamo ancora in Abruzzo e nel Gargano. Magari ci si potrebbe fare un bel ristorantino, oppure vi si potrebbero organizzare lezioni di pesca per ragazzi e neofiti. Ho intenzione di informarmi in Capitaneria per capire se ci sono i presupposti per realizzare una cosa del genere e rendere la nostra città ancora più attrattiva a livello turistico. A quei tempi avevamo un molo più piccolo e meno bello di quello attuale: una bilancia sarebbe la classica ciliegina sulla torta".

Giuseppe Di Marco