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Comunanza: sindaco Sacconi e sindacati contro la chiusura dello stabilimento Beko

Il sindaco di Comunanza e i sindacati si oppongono alla chiusura dello stabilimento Beko, che prevede 400 esuberi.

Beko, nulla di fatto. Il sindaco Sacconi:: "Ci aspettavamo almeno un’apertura dell’azienda"

Il sindaco di Comunanza e i sindacati si oppongono alla chiusura dello stabilimento Beko, che prevede 400 esuberi.

Comunanza, 11 dicembre 2024 – Deluso, e non potrebbe essere altrimenti, il sindaco di Comunanza Domenico Sacconi dopo il vertice al ministero. "Sicuramente avevamo aspettative diverse – conferma il primo cittadino -. Quantomeno ci saremmo immaginati un’apertura da parte dell’azienda. La Beko tiene duro e mostra i muscoli, ma devo ammettere che mi ha fatto piacere vedere come il Governo, insieme agli altri esponenti politici presenti, abbia deciso di non mollare la presa. Posso dire che finalmente siamo tutti uniti e bisognerà vedere, alla lunga, chi vincerà questa partita. Solo al termine capiremo se ha più forza la multinazionale oppure il Governo".

Si tratta del resto di uno scenario spaventoso: La newco costituita al 75% da Arcelik e al 25% da Whirlpool, infatti, ha confermato integralmente la proposta che era stata presentata già lo scorso 20 novembre. Tradotto in numeri: quasi 400 esuberi tra operai (66 a Melano), impiegati e dirigenti (circa 300 tra ridimensionamento degli uffici regionali e chiusura dell’unità di ricerca e sviluppo) a Fabriano, ma soprattutto circa 320 a Comunanza per la chiusura dello stabilimento entro il 2025.

"I miei concittadini – spiega ancora il sindaco di Comunanza, epicentro del disastro che colpirebbe poi a ricasco tutto il territorio Piceno e quello fermano –, comunque, devono sapere che continueremo a lottare, con tutte le nostre forze. Dentro di me ho una convinzione – conclude Sacconi –, ovvero che otterremo qualcosa".

"L’incontro ha avuto un lato molto negativo, cioè l’atteggiamento dell’azienda che ancora non ha proposta una misura alternativa alla chiusura degli stabilimenti – prosegue invece il senatore Guido Castelli, commissario alla ricostruzione post sisma –. Ma anche un aspetto positivo, vale a dire il comportamento del ministro Urso, che è stato chiarissimo nel dire che si arriverà a delle sanzioni qualora la Beko non dovesse cambiare strategia. Non siamo soli e c’è una grossa coesione territoriale. Questa sarà una maratona, non una corsa sui cento metri. Ma ci siamo e con i sindacati abbiamo deciso di mantenere inalterata l’attenzione su questa vicenda. Nel momento in cui si riparano le case, nel cratere sismico, non si possono perdere le fabbriche".

Sul piede di guerra, ovviamente, i rappresentanti sindacali. Su tutti, Francesco Armandi, segretario regionale Ugl Metalmeccanici ma anche ex lavoratore della Beko ormai in pensione. "Secondo me c’è margine di trattativa, ma è innegabile il fatto che la situazione è piuttosto ambigua – sostiene Armandi -. La multinazionale parla di perdite da oltre 200 milioni, quando in realtà i numeri che abbiamo sottomano dicono un’altra cosa e mostrano una realtà ben diversa. Vediamo cosa accadrà in questo mese, ma una cosa è certa: la nostra battaglia non si fermerà".

Anche per la Fiom il piano è inaccettabile e, come tale, va respinto. I sindacati si dichiarano pronti ad una discussione solo se il presupposto di partenza è il rilancio e la salvaguardia dei siti, garantendo un futuro occupazionale ai territori interessati. Oggi si svolgerà un’assemblea con i lavoratori nello stabilimento di Comunanza, intanto, per rendicontare sull’incontro di ieri. Domani, invece, a Fabriano.