REDAZIONE ASCOLI

Cittadini e associazioni insieme: "Basta miasmi a Villa Sant’Antonio, la situazione è insostenibile"

"In tutto questo assistiamo alla lite tra Consind e Picena Depur"

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Ottanta persone e due associazioni, Legambiente e Cittadinanzattiva, si sono costituite parti civili nel secondo processo contro i miasmi prodotti dal depuratore consortile di Campolungo. Sono molte e giustificate le proteste dei cittadini contro l’aria malsana proveniente dal depuratore che ammorba Campolungo, Villa Sant’Antonio di Ascoli e Castel di Lama. Una situazione che via via è andata sempre peggiorando diventando insopportabile. Sulla questione c’è un’alzata di scudi. I cittadini sono sul piede di guerra e non intendono sopportare ancora. Durissima la posizione dei rappresentanti del comitato antinquinamento Villa Sant’Antonio Castel di Lama: "Oggi – dichiarano – a Villa Sant’Antonio c’è una puzza tremenda, da voltastomaco. Se qui non si respira già ora, che succederà nella prossima estate? Mentre il sindaco di Ascoli continua a tacere, assistiamo allo spettacolo della lite tra il proprietario Consind e il gestore Picena Depur con richieste di milioni di euro da entrambe le parti. Ma come sarà ridotto l’impianto se Consind chiede 8 milioni a Picena Depur? Scaduto il contratto con Picena Depur, Consind ha dato l’incarico della gestione del depuratore alla Stam srl, l’azienda che sta dall’altra parte del Tronto, in Abruzzo e che si occupa di compostaggio. Quindi ci chiediamo se abbia realmente le competenze per gestire un depuratore visto che dalla visura sembrerebbe proprio di no. Tra l’altro – proseguono – la Stam ha appestato a lungo i comuni della vallata che stanno verso mare, Colonnella, Centobuchi e Martinsicuro. Ci sono state vive proteste dei cittadini e si son attivati i sindaci e dopo un lungo contenzioso il Tar Abruzzo ha sospeso l’azienda per 6 mesi finché non adeguerà il sistema di abbattimento degli odori. In tutto questo che fine faremo noi? Interessa forse a qualcuno come viviamo? Purtroppo – concludono sdegnati gli attivisti del comitato – dobbiamo essere noi a difendere il nostro diritto a una vita dignitosa e sana anche ricorrendo alle vie legali, a questo ci costringe l’abbandono di chi dovrebbe amministrare le persone e il territorio".

Maria Grazia Lappa