Ciip e acquisizione di Sato. Stop della Corte dei Conti

Il Tavolo per l’Acqua Bene Comune: "In 44 pagine i giudici hanno demolito le delibere dei 48 Comuni che avevano votato quel testo".

Ciip e acquisizione di Sato. Stop della Corte dei Conti

Ciip e acquisizione di Sato. Stop della Corte dei Conti

La Corte dei Conti tira le orecchie ai Comuni dell’Ato 5 muovendo pesanti critiche all’acquisizione di Sato da parte della Ciip e la notizia sollecita il Tavolo per l’Acqua Bene Comune a porre alcune domande. La prima è per i primi cittadini: "Come è mai possibile che nessuno tra i sindaci e tra le maggiori forze politiche abbia alzato la voce (su 59 Comuni soci di cui 54 presenti solo 6 si sono astenuti e nessuno contrario) di fronte a una delibera del genere i cui vizi palesi erano stati riscontrati e sollevati da movimenti e comitati?". La seconda è rivolta "ai tanti segretari comunali, dirigenti, revisori, preposti alle valutazioni tecniche e di legittimità: come mai l’hanno lasciata correre senza un minimo di rilievo? per quali strane ragioni, o magari pesanti pressioni può avvenire tutto ciò?". Massimo Rossi e gli altri componenti del Tavolo ieri si sono tolti la soddisfazione di dire, in sintesi, "noi l’avevamo detto".

"In 44 pagine la Corte dei Conti ha demolito le delibere dei 48 Comuni che, votando supinamente il testo fornito loro dalla Ciip, avevano approvato l’acquisto di Sato da parte di Ciip. La Corte certifica la correttezza delle nostre censure; cade così il secondo subdolo e rischioso tentativo di trasformare la Ciip in multiutility da lanciare sul mercato dopo quello nel campo dei rifiuti imbastito con Iren qualche anno orsono" ha detto Massimo Rossi. "Altro che alleggerimento delle bollette. E’ stato confermato dalla Corte dei Conti che questa operazione, come la precedente, avrebbe messo a rischio i bilanci della Ciip e lo stesso affidamento in house in mano pubblica del servizio idrico. Nelle aziende serie in una situazione come questa salterebbe come minimo l’intero consiglio di amministrazione o almeno qualche testa. Se non altro per il tempo impegnato e le profumate parcelle dei consulenti investiti in questa maldestra operazione ai danni degli utenti e delle loro bollette" ha detto ancora Rossi. La Corte dei Conti ha scritto, tra l’altro, che "l’operazione veniva attuata senza uno straccio di piano industriale. Si voleva acquistare una società senza analizzare ed esporre l’impatto sull’organizzazione del servizio e sulla stessa struttura Ciip". La scelta di acquistare la Sato portandola in mani pubbliche per poi affermare di mantenere l’attuale direttore generale per almeno tre anni "non sembra coerente con la logica del controllo pubblico oltre che con le norme del Testo Unico, poiché il reclutamento del personale di tali società deve avvenire secondo trasparenza, pubblicità e imparzialità".

Peppe Ercoli