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Caso ProMarche, parla l’ad:: "Cento posti sono a rischio"

Stasera consiglio comunale sulla vicenda, Aquilone: "Speriamo in un ampliamento".

Oreste Aquilone insieme a Rinaldo Di Lorenzo ed Elena Di Sciascio

Oreste Aquilone insieme a Rinaldo Di Lorenzo ed Elena Di Sciascio

È stato convocata per questa sera alle 20, la seduta urgente di consiglio comunale per discutere la vicenda ProMarche e, nello specifico, la delibera di diniego contro cui ha fatto ricorso la società cooperativa, non ravvisandovi motivi alla base di tale scelta. Nel frattempo è il vertice dell’azienda a spiegare quanto sta avvenendo nello stabilimento di via Pomezia, dove l’impianto di stoccaggio a bassa temperatura farebbe compiere alla ProMarche un grande balzo in avanti. "La nostra realtà, ad oggi, ha al suo interno 283 persone – afferma l’ad Oreste Aquilone – Se l’ampliamento non dovesse esserci un centinaio di posti potrebbe essere a rischio. Per quanto riguarda la nostra proposta, abbiamo presentato un progetto preliminare già nel dicembre 2022 e nel dicembre 2023 è stato firmato l’atto d’impegno a realizzarlo. Al tempo stesso, il Ministero dell’Agricoltura si è impegnato a riconoscere il finanziamento Pnrr". Dal Piano di ripresa e resilienza, infatti, sono stati intercettati 7.485.894 euro per costruire l’impianto, su una spesa complessiva di 18.714.735 euro".

La ratifica burocratica doveva passare per l’approvazione di una variante in altezza, analizzata nell’alveo della conferenza dei servizi che ha dato esito positivo. "Abbiamo lavorato per anni su questo progetto di impianto frigorifero – spiega la progettista Elena Di Sciascio - da sviluppare in altezza per azzerare il consumo di suolo, e che non presenta alcun impatto ambientale. La variante è necessaria solo per l’altezza, dato che ai tempi della redazione del prg non c’erano impianti di tale elevazione". Prosegue Aquilone: "In consiglio comunale la variante non è stata approvata, ma nella delibera non abbiamo riscontrato il motivo alla base di tale decisione. Voglio ricordare che avevo anche invitato i consiglieri allo stabilimento, affinché si rendessero conto personalmente di quello di cui si parlava. A prescindere, con il comune sto cercando di instaurare una collaborazione: il mio scopo è che questo sito si sviluppi e resti qui per i prossimi decenni. Da oltre 40 anni siamo attivi nel settore degli ortaggi surgelati e siamo la prima realtà a livello regionale e terza a livello nazionale e certamente per piselli e spinaci surgelati siamo i primi operatori in Italia. Seguiamo con i nostri tecnici oltre 300 aziende nel campo agricolo lungo la fascia adriatica e commercializziamo i nostri prodotti attraverso le principali catene della grande distribuzione italiana. Con tanto lavoro siamo arrivati ad un fatturato di 52 milioni".

Giuseppe Di Marco