REDAZIONE ASCOLI

Caccia in tana, una pratica crudele

Caccia in tana, una pratica crudele

Segue dalla prima

"Contestiamo – scrivono gli ambientalisti – la dichiarata emergenza circa il numero di volpi. Infatti, ogni anno, nei i cinque mesi di caccia, le volpi uccise sono una ventina su tutto il territorio provinciale (dati abbattimenti 2020: n.23 volpi). Non sono altresì documentati danni attribuiti alle volpi, né richieste di risarcimenti. Dunque – proseguono – le volpi sono troppe solo per i cacciatori. Infatti l’unico obiettivo del Piano di controllo

Regionale è la ’tutela delle specie di interesse venatorio’, e ’ridurre la predazione su galliformi, nessuna finalità naturalistica o di interesse collettivo: non è un caso che ’l’emergenza’ sia stata dichiarata proprio in concomitanza con il rilascio sul territorio, a febbraio, di 1.200 fagiani. Inoltre è inaccettabile che si possa consentire la caccia in tana, il metodo più crudele e sadico. Essa si svolge mandando cani addestrati dentro le tane, dove mamme e cuccioli sono rifugiati, e incitandoli a una lotta furiosa, con inevitabile sbranamento delle volpi e, spesso, ferimento gravi anche dei cani. I cacciatori attendono fuori con i fucili i poveri animali eventualmente in fuga, ma la volpe difenderà fino alla morte i suoi cuccioli e se stessa, e rimanendo avvinghiata ai cani, sarà impossibile finirla con uno sparo. Altrettanto dolorosa sarà la fine dei cuccioli nel caso improbabile riescano scampare l’attacco di cani e cacciatori, perché, rimasti soli, moriranno di fame.La Provincia di Ascoli ha potuto autorizzare la caccia in tana perché, purtroppo, già approvata dalla Giunta Regionale all’unanimità (Carloni, Aguzzi, Castelli, Latini, Saltamartini) nonostante questo provvedimento regionale sia oggetto di ricorso al Tar da parte delle associazioni del territorio. Chiediamo di fermare questa sevizia".