PEPPE ERCOLI
Cronaca

Montemonaco, Bottega della Cuccagna: odissea per riaprire. Appello a Salvini

I titolari hanno chiesto l’autorizzazione per un negozio mobile, ma per ora resta tutto bloccato

I titolari della Bottega della Cuccagna

Montemonaco, 22 luglio 2018 - Giusto qualche giorno fa, intervenendo a Fermo, il ministero dell’Interno Matteo Salvini ha manifestato l’intenzione di «dare fiducia ai sindaci per la ricostruzione» ammonendo però che poi «chi sbaglia ne pagherà le conseguenze».

Il riferimento era alla burocrazia che – ha spiegato – «fa sì che anche se ci sono tanti soldi da spendere, non si riesce a farlo».

A Montemonaco accade di più. La burocrazia tarpa le ali anche a chi non chiede contributi per riaprire la propria attività, ma semplicemente fa domanda al Comune per l’occupazione di suolo pubblico, un pezzetto di terra dove piazzare un negozio mobile in attesa di riaprire nella storica sede, una volta restaurata.

I titolari della Bottega della Cuccagna la domanda l’hanno inoltrata il 28 aprile, ma ad oggi non c’è stata risposta affermativa.

Parliamo peraltro di una attività fiore all’occhiello del territorio, capace di richiamare prima del terremoto del 2016 tantissima gente desiderosa di acquistare i prodotti della norcineria come salumi, formaggi (il famoso «trombarolo»), le lenticchie apprezzate anche da Papa Francesco, il pane col lievito madre di Amandola, il miele e la pasta di Montefortino, i tartufi che produce, funghi porcini e via dicendo.

«Le mie figlie Marica di 20 anni e Rachele Maria di 9 vogliono restare a Montemonaco, così come me, mia moglie Cinzia e mio fratello Antonio, ma abbiamo bisogno che Salvini intervenga presto impedendo alla burocrazia di bloccare noi e altre attività» dice Angelo Tuccini, amareggiato ma fortemente intenzionato a non mollare.

La Bottega della Cuccagna è la sua vita e Montemonaco può avere un futuro. «Ci credo fortemente, ma è sempre più dura. Abbiamo chiesto al Comune 30 metri quadrati per piazzare un negozio mobile per il quale ho spesso ben 50.000 euro, visto che la casetta di legno non era stata ritenuta idonea dal sindaco Corbelli - aggiunge – ma nonostante siano passati tre mesi è tutto fermo. Non abbiamo ottenuto nulla, ci dicono che è un problema di burocrazia, che devono fare una gara, che anche altri hanno diritto. Ma non siamo un territorio terremotato? Non siamo noi stessi terremotati? Come facciamo a ripartire se veniamo tenuti fermi».

Angelo gira l’Italia a portare i prodotti dei Sibillini. «Mi chiedono in tanti perché non riapriamo a Montemonaco e mi fa male dover rispondere che non è per colpa nostra e che anzi ce la mettiamo tutta, anche perché la nostra azienda paga stipendi che fanno andare avanti dodici famiglie. La stessa gente di Montemonaco vuole che riapriamo perché il movimento di forestieri che riusciamo a garantire fa bene a tutti, non solo a noi». Serve l’intervento del ministro dell’Interno. «Salvini ha detto che vuole snellire la burocrazia e allora che venga a Montemonaco dove purtroppo ce n’è tanta e ci penalizza. Altrimenti saremo davvero costretti ad andarcene per lavorare solo altrove» conclude Angelo Tuccini. La Bottega della Cuccagna vuole solo ripartire.