Ascoli Piceno, 7 febbraio 2023 – Incassavano i soldi per il bonus facciate senza però effettuare i lavori. Per questo motivo agenti della Guardia di Finanza di Ascoli hanno eseguito ieri quattro ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti professionisti del settore.
Le ha emesse il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Ascoli su richiesta della Procura che contesta ai quattro il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Nello specifico due persone sono state rinchiuse in carcere, una degli arresti domiciliari e una misura interdittiva del divieto di esercizio della professione. Inoltre sono state effettuati perquisizioni e sequestri di materiale cartaceo e informatico. Si tratta di professionisti del settore che risiedono a San Benedetto del Tronto.
E proprio a San Benedetto e ad Alba Adriatica sono stati scovati dalla Guardia di Finanza casi anomali di lavori per il rifacimento delle facciate di condomini dove gli interventi non sono stati affatto eseguiti. Si tratterebbe di una truffa che complessivamente ha fruttato circa un milione di euro.
Soldi relativi a progetti per cui sono state presentate domande per accedere al finanziamento statale, con tutta la necessaria documentazione. Denari che sono stati assegnati ai richiedenti ma che poi non si sono tramutati nell’esecuzione vera e propria degli interventi.
L’agevolazione fiscale in questione consiste in una detrazione d’imposta del 90% delle spese sostenute nel 2020 e nel 2021, e del 60% delle spese sostenute nel 2022, per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale, compresi gli immobili strumentali.
I reati ipotizzati
Le indagini coordinate dalla Procura di Ascoli hanno riguardato la verifica su fenomeni di frode nell’ambito delle agevolazioni fiscali (c.d. Bonus ristrutturazioni "facciate" e bonus 110%) introdotte nel campo dell’edilizia dal Decreto "Rilancio" (D.L. 34/2020). Ipotizzati, a vario titolo, i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640bis c.p.) per circa 900.000 euro, autoriciclaggio (art. 648-ter1), falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità (art. 481 c.p.), emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 8 D.lgs 74/2000), indebite compensazioni (art. 10-quater D.lgs 74/2000).
Le false ristrutturazioni
In carcere sono finiti l’amministratore di condominio e un imprenditore edile; ai domiciliari il professionista che ha curato la progettazione e la direzione dei lavori.
Anche attraverso intercettazioni telefoniche i finanziari hanno accertato il ripetuto ricorso a false operazioni di ristrutturazione edilizie e/o rifacimento delle facciate condominiali, la predisposizione di documentazione tecnico-amministrativa e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti allo scopo di maturare indebitamente crediti di imposta per importi milionari, da monetizzare attraverso successive operazioni di cessione comunicate all’Agenzia delle Entrate.
Dal monitoraggio degli edifici che sarebbero stati oggetto di lavori di ristrutturazione e già conclusi sulla carta, è emersa, invece, la materiale inesistenza dell’esecuzione dei cantieri.
Sono in corso ulteriori accertamenti anche sulla base del materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni: le indagini puntano a ricostruire l’intero quadro l’esatto ammontare dei crediti indebitamente maturati, crediti allo stato quantificabili in circa 900.000 euro. All’origine delle misure cautelari il gip di Ascoli Annalisa Giusti pone il pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione dei reati.