A Castel di Lama scuolabus negato agli iscritti di via Catria a Villa Sant’Antonio di Ascoli, esplode la polemica. Dopo l’attacco dell’assessore di Ascoli Donatella Ferretti, il sindaco di Castel di Lama Mauro Bochicchio replica: "La bandiera del diritto allo studio ha sempre sventolato a Castel di Lama – dichiara fiero il primo cittadino lamense –, per dimostrare di essere la nuova Giovanna D’Arco del diritto allo studio non servono 530 parole lanciate urbi et orbi sui social e su tutte le testate giornalistiche. Si diventa la Giovanna d’Arco del diritto allo studio per gli atti che si fanno, ma gli atti e le date raccontano una storia diversa. Lei – incalza il sindaco – è assessore nel comune di Ascoli dal 2009, la convenzione di cui stiamo parlando è stata stipulata a fine 2018, a dimostrazione che quel pensiero, che oggi sventola con tanto ardore, non c’era in passato in lei. Le parole di oggi, confrontate con l’ignavia di 9 lunghi anni, perdono di significato ed autenticità. Le sue parole assumono un sapore più amaro se racconto con quante difficoltà si è arrivati a chiudere l’accordo, che era stato scritto e concordato nell’estate del 2017, quando Castel di Lama era amministrata dal commissario prefettizio Di Nardo. Un accordo che era rimasto nel cassetto per oltre un anno, a testimoniare che le bandiere del diritto allo studio erano sventolate per 30 anni solo sul municipio di Castel Lama. Comune che ha sempre fornito ai cittadini ed al comune di Ascoli servizi, senza mai ricevere in cambio neanche un grazie". La difesa del sindaco prosegue: "Appena eletto, a giugno 2018, scoprii con grande stupore che quell’accordo, anche pubblicizzato sui giornali a settembre 2017, non era mai stato sottoscritto. La questione si sbloccò miracolosamente ad ottobre 2018, quando, incontrando alcuni esponenti politici del comune di Ascoli, al caffè Tommy, per parlare di possibili convergenze in vista delle elezioni provinciali di febbraio 2019 (all’epoca M5S e Lega governavano insieme), affermai che non mi sarei seduto a nessun tavolo se prima non fosse dato seguito con quanto concordato con il commissario prefettizio. Da quel giorno la pratica cominciò a camminare e finalmente, dopo 30 anni, Castel di Lama vide riconosciuto un modesto contributo economico per i servizi che erogava al comune di Ascoli, senza poter pretendere nulla per il passato. La chiave di volta della vicenda non sono i sani principi del diritto allo studio, la leale collaborazioni tra enti pubblici, la necessità di portare avanti accordi condivisi per lo sviluppo ed il mantenimento dei servizi sul territorio, il giusto riconoscimento per un lavoro che per 30 anni Castel di Lama ha svolto per il Comune di Ascoli, ma solo la necessità della destra ascolana di provare ad assicurarsi i 9 voti dei consiglieri comunali del M5S alle elezioni provinciali di febbraio 2019, che poi non ci furono (né per la destra né per la sinistra) in quanto all’epoca il M5S non partecipava ancora alle elezioni provinciali. Questo è solo una capitolo di questa lunga e complessa vicenda".
CronacaBochicchio al contrattacco: "Ferretti, anni di ignavia"