
Il ministro Adolfo Urso
Gli operai della Beko di Comunanza, che rischiano di perdere il posto di lavoro alla fine del 2025, si aspettavano una buona notizia in vista del Natale. Che però non è arrivata. Ieri, infatti, l’azienda ha confermato gli esuberi, 1.935 in tutto, oltre 300 dei quali nello stabilimento piceno. Non sono emerse novità, d’altronde, nell’audizione in commissione Attività produttive della Camera, sul piano di dismissioni per l’Italia di Beko Europe. In particolare, resta previsto l’impatto significativo sul personale. Un "numero importante", come evidenziano anche i rappresentanti dell’azienda. Da parte di Beko, come sottolineato in audizione dal responsabile delle relazioni esterne, Maurizio David Sberna, c’è "ogni possibile impegno a valutare tutte le operazioni di carattere industriale che possano emergere, l’obiettivo è far sì che qualunque attività che possa servire a mitigare questo impatto sicuramente andrà fatta" ma solo se "ad invarianza di impatto economico di un piano che punta ad arrestare una emorragia di perdite ormai insostenibile". "Se non interveniamo oggi ci troveremo in futuro in una situazione sicuramente peggiore", è stato più volte ribadito. L’azienda ha anche confermato di ritenere che il piano "rispetti le prescrizioni notificate" nell’ambito del Golden Power. L’impatto è principalmente sugli stabilimenti di Comunanza, Siena e Cassinetta, "tre fabbriche con più di 50 milioni di perdite l’anno", in una situazione complessiva per il mercato degli elettrodomestici in Europa di "strutturale sottoutilizzazione della capacità produttive" per il calo di domanda e per la concorrenza cinese. Nel 2024, infatti, Beko stima di perdere in Europa solo nei grandi elettrodomestici 224 milioni di euro. In audizione anche i sindacati. Per Barbara Tibaldi, della Fiom-Cgil, "c’è dolo perchè nell’investire in Italia non è mai stato fatto un tentativo di industrializzazione ma un’operazione commerciale con una logica puramente predatoria: l’acquisizione di marchi e quote di mercato per chiudere nell’immediato. Se si vuole fare una vera trattativa – avverte la sindacalista -, il Governo deve parlare con la proprietà, serve un salto di qualità nell’interlocuzione, parlare con chi può decidere". Francesco Armandi, segretario regionale di Ugl Metalmeccanici ed ex dipendente della stessa multinazionale, parla di "piano scellerato della Beko. Un piano più commerciale che industriale. Il Governo deve intervenire con la massima forza".
Matteo Porfiri