REDAZIONE ASCOLI

Avvocato e imprenditore in cella. Si scava nei telefonini e nei pc

La Procura di Ascoli analizza dispositivi indagati per truffa e riciclaggio. Sei persone coinvolte, due in carcere. Accuse di falsi accordi e documenti.

Inquirenti al lavoro sui computer

Inquirenti al lavoro sui computer

E’ dall’approfondita analisi di quanto contenuto nei telefonini e nei computer di alcuni degli indagati che la Procura di Ascoli cerca di trovare elementi utili per sorreggere l’impianto accusatorio nell’ambito dell’inchiesta su truffa, riciclaggio, autoriciclaggio, falso materiale aggravato, reati a vario titolo contestati a sei persone. Due di queste, l’avvocato Alessandro Pettine e Fabio Carpani sono in carcere a Marino del Tronto. Sono indagati invece a piede libero L. I. 72 anni di Alba Adriatica, M.Q. 60 anni di Porto Sant’Elpidio, M.M. 53 anni di Sant’Egidio alla Vibrata e D.P. 33 anni di Offida. Sette i casi di truffa contestati corrispondenti alle somme versate per complessivi 200.000 euro. Ieri mattina il sostituto procuratore Mara Flaiani, titolare dell’inchiesta, ha affidato accertamenti tecnici all’ingegner Davide Ortolano l’incarico di estrarre il contenuto dei telefoni cellulari e di un tablet sequestrati a Pettine, a M.Q. e D.P. Dovrà provvedere a recuperare anche eventuali dati che sono stati cancellati. Il consulente della Procura completerà il compito entro 30 giorni. Pettine e Carpani sono stati rinchiusi in carcere per ordine del giudice delle indagini preliminari Annalisa Giusti che ha disposto una detenzione di 30 giorni per consentire alla magistratura di compiere ulteriori indagini oltre quelle portate avanti in precedenza. Secondo l’impianto accusatorio le truffe ai danni dei clienti venivano realizzate dall’avvocato Pettine attraverso la formazione di falsi accordi transattivi fatti sottoscrivere dai propri clienti nell’ambito di procedimenti civili relativi a recupero crediti, pignoramenti immobiliari, procedure rilascio immobile, in tali accordi -in realtà non sottoscritti dalla controparte del procedimento civile, non inseriti agli atti del procedimento e non conosciuti dal Giudice- si prevedeva il versamento a favore di società costituite allo scopo da soggetti ulteriori (anch’essi sottoposti ad indagine per concorso nelle truffe pluriaggravate e nei successivi autoriciclaggi e riciclaggi del profitto delle truffe) di somme anche ingenti. Sarebbero stati anche falsificati altri provvedimenti giudiziari per rassicurare i propri clienti sull’andamento delle procedure e formate false ricevute di versamento di contributi e diritti di cancelleria per attività difensiva e facendosi corrispondere l’importo falsamente versato.

Peppe Ercoli