Avvocatessa truffa due anziani

La sambenedettese ha finto di essere stata nominata amministratrice di sostegno: ha patteggiato

Avvocatessa truffa due anziani

Avvocatessa truffa due anziani

Ha patteggiato la pena di un anno e sei mesi di reclusione l’avvocatessa sambenedettese finita al centro di un’indagine per essersi impossessata dei risparmi di due anziani di San Benedetto, facendo credere loro di essere stata nominata amministratrice di sostegno. Una vicenda che ruota intorno alla necessità per i figli dell’anziana sambenedettese di nominare un amministratore di sostegno che si prendesse cura anche del patrimonio della congiunta. L’avvocatessa ha fatto credere loro che la richiesta inviata al tribunale di Ascoli era andata a buon fine e che quindi anche la sua nomina ad amministratrice era a tutti gli effetti ufficiale. In tal modo per la Procura di Ascoli ha ingannato le due persone facendosi consegnare 150 euro in contanti per l’acquisto di una marca da bollo da depositare in tribunale, il libretto di pensione della madre e la carta bancomat. Successivamente ha quindi prelevato dal conto corrente della vecchietta i soldi che vi erano stati accantonati, circa 8.500 euro.

Sentitasi scoperta, ha poi riconsegnato un assegno di 1.050 euro riguardante la pensione dell’anziana che evidentemente non era riuscita ad incassare. Quando i figli dell’anziana, fratello e sorella, hanno avuto il forte sospetto che si trattava di un raggiro, hanno sporto denuncia dando il via all’inchiesta della Procura di Ascoli basata essenzialmente su prove documentali riguardanti la condotta dell’avvocatessa sambenedettese. Si sono quindi costituti parte civile, assistiti dall’avvocato Alessandro Angelozzi. Nel frattempo il giudice delle indagini preliminari Annalisa Giusti, su richiesta della Procura, aveva emesso un decreto di sequestro preventivo di circa 9.000 euro effettuato presso alcuni conti correnti riconducibili alla professionista sambenedettese. Ieri il giudice Barbara Caponetti, nell’emettere la sentenza di condanna dell’avvocatessa difesa dagli avvocati Umberto Gramenzi e Silvia Morganti, ha trasformato il sequestro preventivo dei beni, in sequestro probatorio e quindi in pignoramento. Nei suoi confronti la magistratura ascolana aveva chiesto il rinvio a giudizio ipotizzando i reati di truffa, sostituzione di persona e indebito utilizzo di carte di credito. Reati molto gravi, a maggior ragione se commessi da un professionista iscritto all’ordine degli avvocati.