
Una delle due auto andate a fuoco nella notte tra giovedì e venerdì
Ha suscitato subito una certa preoccupazione tra i cittadini di Grottammare l’incendio di due auto di grossa cilindrata parcheggiate lungo le vie della città, memori di analoghi accadimenti negli anni passati che suscitarono un vero e proprio allarme sociale. Questa volta, però, la situazione sembra essere totalmente diversa. Le due auto date alle fiamme intorno alla mezzanotte fra giovedì e venerdì scorsi, la Porsche Cayenne in via Garibaldi e la Mercedes nel quartiere Valtesino, vicino alla Bocciofila comunale, sono appartenenti a due cittadine Ucraine che, con i familiari si trovano in Italia in regime di ‘Protezione temporanea’ a seguito della crisi ucraina. Erano arrivate a Marina di Altidona, ma poi da qualche mese si sono spostate a Grottammare. Non hanno un lavoro, essendo in Italia temporaneamente, ma conducono una vita agiata e si capisce dalle auto con cui sono arrivate. Nel caso della famiglia che abita in Valtesino, la stessa donna proprietaria della Mercedes andata a fuoco, ne possiede un’altra della stessa marca ma di gamma molto superiore che non è stata toccata.
Ora gli investigatori dell’arma sono a lavoro per capire la matrice del duplice atto incendiario, partendo dalla visione delle telecamere di videosorveglianza della città, ma anche quelle che si trovano distribuite lungo le principali arterie del circondario. L’impressione è che gli investigatori dei militari dell’arma della stazione di Grottammare che si occupano del caso, abbiano già dei sospetti e che stiano seguendo un preciso filone, si tratta però di trovare riscontri investigativi.
Il primo incendio è avvenuto pochi minuti dopo la mezzanotte quando i passanti hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco di San Benedetto per la Porsche Cayenne che bruciava in via Garibaldi, non distante dalla scuola Speranza. Neppure mezz’ora dopo altra richiesta di soccorso per la Mercedes che bruciava in via S. Carlo sulla Valtesino. Stessa dinamica. Gli inquirenti sono convinti che i due casi sono collegati fra loro ed hanno anche idea sul movente, dopo aver ascoltato le due donne proprietarie delle auto semi distrutte che sono state poste sotto sequestro. Le due famiglie interessate dall’attentato incendiario si conoscono, ma non hanno rapporti oltre quelli legati alla loro Nazione di provenienza. Per il momento gli investigatori dei carabinieri che seguono il delicato caso, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Ascoli, restano abbottonatissimi.
Marcello Iezzi