Ad Arquata resistono solo due B&B: "Così manca lo spazio per i turisti"

Isabella Di Vittori, proprietaria di una struttura: "Ho passato il mese di agosto al telefono, a rispondere a chiamate di persone che mi chiedevano la disponibilità per una stanza. A tanti ho dovuto dire no" .

Ad Arquata resistono solo due B&B: "Così manca lo spazio per i turisti"

Isabella Di Vittori, proprietaria di una struttura: "Ho passato il mese di agosto al telefono, a rispondere a chiamate di persone che mi chiedevano la disponibilità per una stanza. A tanti ho dovuto dire no" .

"Ho passato il mese di agosto al telefono, a rispondere a chiamate di persone che mi chiedevano la disponibilità per una stanza. Io ho un piccolo B&b e quindi non ho molto spazio, ma la domanda c’è ed è tantissima, le persone vogliono tornare qui". Parla così Isabella Di Vittori, co-proprietaria di uno dei due bed & breakfast nel cratere piceno. Ha riaperto le porte della sua attività da qualche settimana, eppure, non ha spazi disponibili per prenotazioni. "Principalmente si tratta di chi abitava qui, o aveva qui una seconda casa e quindi ci passava il periodo estivo o le ferie. Adesso, senza alloggi, tornano qui e cercano di trovare una soluzione temporanea per passarci un po’ di tempo. In un mese di lavoro avrò ricevuto più di 100 richieste, ma data la mia possibilità di spazi ho dovuto dire tantissimi no, a malincuore".

Di Vittori, ci sono anche nuovi visitatori?

"Devo dire che ce ne sono, vengono qui per le feste, le sagre, tutto ciò che c’era di bello. Però adesso è cambiato tutto, ora che ci ritroviamo senza spazi e senza strutture spesso sono obbligati a dormire lontani o a venire in giornata. C’è un turismo mordi e fuggi. C’era anche il Cammino delle Terre Mutate che passava di qui, e portava molti pellegrini che si fermavano anche solo per una notte, ma che passavano".

Altre strutture in zona ci sono?

"C’è il centro Agorà, che però spesso è occupato dagli operai dei cantieri della zona".

E com’è la vita ora?

"Sinceramente siamo stufi soprattutto dei lavori lungo la Salaria, noi ci siamo molto vicini e quindi giorno e notte c’è un gran rumore, oltre che polvere e confusione. Un tremolio incessante che ci ricorda il terremoto costantemente. Ovviamente questo non va bene, soprattutto per i turisti".

Della questione ‘turismo’ parla anche Daniela Caruso, la proprietaria di un negozio di alimentari, in un container nello spazio dedicato alle casette Sae in quello che resta di Arquata. "I pellegrini del Cammino prima si fermavano qui, mangiavano, portavano movimento, era un vero via vai. Ora ovviamente non c’è più nessuno che si ferma. Perché non c’è un posto per dormire, non c’è una navetta che porti le persone da un posto all’altro, non c’è un posto dove fare cena e mangiare una pizza. Come si può pensare che si fermino qui? Siamo stufi, stufi di non avere più nulla. E anche i turisti sono stufi, perché non c’è niente". Le sue sono parole di sconforto e di rassegnazione, che portano sulle spalle 8 anni di difficoltà e incertezza. Si tratta di una delle poche attività commerciali ancora attive, dopo che la sua vicina di container, una lavanderia, ha chiuso i battenti. "Ho chiesto più volte che si trovasse il modo di riaprirla, anche per i turisti, per chi passa con il camper" commenta. Però, di camper non c’è l’ombra. "Prima era pieno, adesso tutte le piazzole sono chiuse e inagibili e non si è trovato il modo di aprire qualche spazio. Non si tratta neanche di costruire case ma solo di individuare una zona possibile e renderla un minimo vivibile. Invece niente. Si invitano i turisti a non venire, tutto qua. Dicono che sono in programma piazze per i camper, ma non sappiamo neanche dove". Che la richiesta c’è lo dimostra anche la presenza online di chi chiede spiegazioni. "L’area è irraggiungibile – commenta un camperista in un noto sito di consigli per il campeggio –. La strada è chiusa dopo il terremoto (di agosto 2016!)".

o.f.