REDAZIONE ASCOLI

Acquaroli al presidio Beko: "Chiudere è inaccettabile. Fronte unito col governo"

Visita del governatore alla fabbrica di Comunanza dove sono a rischio 320 posti. Il 2 dicembre assemblea con la sottosegretaria Albano, territori e sindacati. Il sindaco del piccolo paese ascolano: "Va preservata la dignità dei lavoratori".

Acquaroli al presidio Beko: "Chiudere è inaccettabile. Fronte unito col governo"

Visita del governatore alla fabbrica di Comunanza dove sono a rischio 320 posti. Il 2 dicembre assemblea con la sottosegretaria Albano, territori e sindacati. Il sindaco del piccolo paese ascolano: "Va preservata la dignità dei lavoratori".

di Marisa Colibazzi

COMUNANZA (Ascoli)

L’altro giorno il sit-in di protesta davanti allo stabilimento della Beko, ieri l’assemblea sindacale in azienda, la prossima settimana (forse già da martedì) saranno adottate altre iniziative per proseguire lo stato di agitazione e difendere 320 posti di lavoro a rischio dopo la doccia gelata dell’annuncio della chiusura entro il 2025. E sempre ieri, i lavoratori hanno potuto rappresentare al governatore della Regione Marche, Francesco Acquaroli, le loro legittime angosce.

"Ma anche noi siamo preoccupati – il commento di Acquaroli dopo essersi intrattenuto per oltre un’ora all’interno dello stabilimento (reso off limits alla stampa), insieme al sindaco, Domenico Sacconi – e lo siamo perché il destino di questo stabilimento insiste in un territorio che non ha la capacità di riassorbire l’occupazione; in un territorio che risente da 8 anni delle conseguenze del sisma, dove ci sono investimenti miliardari per la ricostruzione pubblica e privata, e per il quale sono state messe in campo importanti strategie per rigenerare investimenti. Si sta facendo tanto e poi, in un amen accade questo e si chiudono 50 anni di storia. E’ inaccettabile e offensivo e noi dobbiamo essere compatti e coesi per difendere la storia ma anche il futuro del territorio". Come? "Ci saranno incontri di natura tecnica per rispondere a tutti gli scenari possibili, anche dal punto di vista giuridico – elenca Acquaroli – per supportare la strategia del governo centrale che ha già dato la massima adesione alla difesa di questo asset produttivo, anche ricorrendo al golden power".

Acquaroli ha raccolto preoccupazioni e timori di lavoratori che "sono in uno stato d’animo assolutamente comprensibile. Che è lo stesso di tutti noi perché stiamo vivendo una vicenda che non solo è irricevibile ma, dal punto di vista del metodo, anche offensiva".

Accanto a lui, il sindaco di Comunanza, Domenico Sacconi che si è ritrovato tra le mani un problema dalle dimensioni ‘monstre’ per un Comune di neanche 3mila abitanti, e che resta vicino ai lavoratori convinto che "in questo momento bisogna guardare anche l’aspetto psicologico delle persone coinvolte. Dobbiamo mantenere la dignità di gente che tutti i giorni viene a lavorare e lo fa con lo spirito giusto. Questo stabilimento, da sempre, si è distinto per l’attaccamento al territorio e all’azienda. Sono lavoratori che meritano il rispetto da parte delle istituzioni". Ma per disinnescare la ‘bomba’ scoppiata pochi giorni fa, occorre fare in fretta. E allora, per il 2 dicembre è stata convocata un’assemblea, a Comunanza, cui interverranno i vertici della Regione, parlamentari marchigiani, il sottosegretario all’economia, Lucia Albano, i 40 sindaci, sindacati e i 320 lavoratori. Tutti insieme per per decidere quali strumenti mettere in campo. Ansie e timori che, dopo l’annuncio della Beko Europe, sono rimbalzati anche a Fabriano dove, secondo la Fiom provinciale, gli esuberi complessivi saranno 400 esuberi tra operai (66 quelli di Melano), impiegati e dirigenti. Si arriva a oltre 600 posti di lavoro in meno, aggiungendo i 195 dipendenti a rischio della Giano srl (società del Gruppo Fedrigoni) che cesserà l’attività dall’1 gennaio 2025.