Cinque anni di carcere. Questa la condanna che il giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli Barbara Caponetti ha emesso nei confronti del 61enne di San Benedetto arrestato lo scorso giugno dai carabinieri per il tentato omicidio del fratello a colpi di coltello. L’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Mara Flaiani aveva chiesto la condanna a nove anni, già comprensivi dello sconto di pena determinato dalla richiesta dell’avvocato difensore Felice Franchi affinché il suo assistito fosse giudicato con rito abbreviato. L’uomo era stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di San Benedetto e della stazione di Monteprandone, la sera del 7 giugno scorso, quando alla centrale operativa è giunta una telefonata che segnalava una grave lite in famiglia, con accoltellamento, presso una abitazione a Porto d’Ascoli. Giunti sul posto, i militari, attraverso l’avvertimento di utilizzo del taser, hanno fatto desistere da ulteriori azioni di violenza i due: quello che brandiva il coltello lo ha posato senza opporre resistenza. Nella circostanza era presente anche l’anziana madre convivente. Il personale del 118 ha poi riscontrato ferite riconducibili ad arma da taglio sul capo ed altre parti del corpo del 53enne.
A scatenare la lite fra i due fratelli il rimprovero di uno dei due all’altro di non occuparsi delle incombenze domestiche. Al culmine della discussione il 61enne ha impugnato un coltello da cucina ed ha colpito il fratello ad una scapola, alla nuca e al collo ferendolo e minacciandolo di morte. Un comportamento che per la Procura di Ascoli ha prefigurato un tentativo vero e proprio di uccidere. Quando i carabinieri intervennero nell’abitazione l’aggressione era ancora in corso col 61enne che era steso a terra, bloccato dal fratello, benché ferito.
I militari dell’Arma hanno poi ricostruito il contesto familiare, appurando che già in precedenza erano avvenute liti furiose fra i due fratelli, che talvolta hanno coinvolto anche l’anziana madre che in quei giorni era per altro in uno stato di sofferenza per un grave lutto in famiglia. Durante il processo, il consulente tecnico d’ufficio ha riassunto le modalità e la dinamica della brutale dell’aggressione e, considerato il fatto che le coltellate sono state inferte vicino ad organi vitali, tutto era compatibile con l ‘accusa di tentato omicidio; reato per cui il 61enne sambenedettese è stato infine condannato. Il giudice ha stabilito anche una provvisionale in favore del fratello che si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Ricci.
p.erc.