Approvare un documento per l’applicazione delle nuove linee nell’ambito dell’interruzione volontaria di gravidanza nell’Ast Picena. È il passo che Aurora Bottiglieri esorta l’amministrazione a compiere, per fare in modo che il sistema sanitario di zona si metta al passo con le più recenti direttive nazionali. "Il punto è che l’Ast di Ascoli – ha detto la consigliera nella commissione sanità e pari opportunità di ieri sera – e pertanto gli ospedali di San benedetto e Ascoli, deve adeguarsi alle linee guida emanate dal Ministero della Salute nel 2020, portando da 7 a 9 le settimane entro cui sia possibile somministrare l’aborto farmacologico". La questione è stata portata all’attenzione del comune rivierasco per iniziativa del Comitato RU486 Marche, che attraverso una lettera inviata alla Bottiglieri e a Umberto Pasquali – presidente della commissione sanità – ha sottolineato la necessità di tale adeguamento nel Piceno.
"Occorre risolvere questa problematica – ha proseguito Bottiglieri – ed è in tal senso che proponiamo di redigere un documento per chiedere l’applicazione delle recenti linee guida in luogo di quelle del 2016, che rimanevano ferme a 7 settimane. In questa maniera si forniscono altri quindici giorni alla donna per accedere ai consultori e non ricorrere all’intervento chirurgico". Passaggio la cui importanza è stata sottolineata dalla presidente Aied Tiziana Antonucci, al fine di evitare l’accesso ospedaliero. "Stiamo rivedendo il protocollo – ha aggiunto la dottoressa Tiziana Capriotti, responsabile del Consultorio –. In questo ambiente l’accesso è libero e immediato, c’è una forte attenzione e sensibilità nei confronti della donna". In commissione è stato fatto notare come l’interruzione volontaria sia un percorso ostico. "Il documento verrà predisposto – ha concluso – e portato in consiglio sotto forma di mozione".