Ascoli, 14 gennaio 2025 – L’aborto farmacologico, secondo le linee guida ministeriali, arriva dopo quattro anni anche nelle Marche. È Ascoli la prima realtà in regione ad adeguarsi alle disposizioni del governo. Il reparto di ginecologia e ostetricia dell’ Ospedale Mazzoni, infatti, ha iniziato a somministrare i farmaci abortivi fino alla nona settimana di gestazione.
L’associazione Pro-choice rete italiana contraccezione aborto si dichiara entusiasta per la novità dopo le tante azioni volte a superare il vecchio protocollo ‘sperimentale’ in vigore dal 2016 che, limitando l’accesso al metodo farmacologico fino alla settima settimana di gestazione, lo rendeva di fatto indisponibile per una gran quantità di persone, costringendo così le donne a migrare nelle regioni limitrofe. “Finalmente – commenta Tiziana Antonucci, presidente Aied Ascoli – nella nostra regione è possibile effettuare l’interruzione volontaria della gravidanza con metodo farmacologico fino a 9 settimane, come da decreto ministeriale del 2020.
Ricordiamo che la legge 194 per l’interruzione di gravidanza tutela la salute della donna e detta l’utilizzo di tecniche meno invasive e pericolose per questo era doveroso offrire la possibilità di aborto medico. Un metodo, tra l’altro, molto meno costoso per il servizio sanitario nazionale: si tratta di una spesa di decine di euro contro quella di un migliaio di euro prevista per l’aborto chirurgico. Quest’ultimo viene ancora effettuato in anestesia e spesso con tecniche obsolete, come il raschiamento, a rischio di complicanze e sconsigliate dalle linee guida nazionali ed internazionali. Ci auguriamo che il secondo passo sia quello di coinvolgere i servizi territoriali, i consultori, per avere un’assistenza adeguata vicina alle persone che richiedono un’interruzione di gravidanza e un’efficace prevenzione. L’altro augurio è che dopo la scelta dell’ospedale di Ascoli, dovuta al dottor Giampiero Di Camillo, anche gli altri ospedali seguano l’esempio”.
Soddisfatte quindi le associazioni che hanno trainato, in questi quattro anni, la protesta per il mancato adeguamento agli indirizzi nazionali e internazionali, ovvero Aied Ascoli, l’Associazione ginecologi non obiettori (Laiga), Agite Marche (Associazione ginecologi territoriali, la rete femminista Marche Molto+di194, Prochoice rica che hanno inviato a oltre 150 comuni in regione una raccolta firme. “C’è ancora molta strada – commenta ProChoice Rica – per avere davvero un aborto moderno nelle Marche. Innanzitutto devono aggiornarsi gli altri ospedali che applicano ancora il vecchio protocollo. Ampliando lo sguardo, però, il futuro è di svincolare i farmaci dalla somministrazione in ospedale, come prevedono sia le linee di indirizzo nazionali sia l’Organizzazione mondiale della sanità”.