Sono giorni di angoscia, questi, per i circa 300 lavoratori dello stabilimento Beko di Comunanza che rischiano di perdere il posto. Ciò a causa del rallentamento della domanda in Europa, paventato dai vertici dell’azienda, ma anche della concorrenza cinese e di alcuni risultati considerati negativi dalla proprietà nonostante i massicci investimenti fatti anche di recente. Dopo quello della settimana scorsa, il prossimo 20 novembre ci sarà un nuovo vertice a Roma con il ministro Adolfo Urso. Sarà presente anche il sindaco di Comunanza, Domenico Sacconi, che ieri è tornato a farsi sentire, lanciando un appello soprattutto dopo l’indagine del ‘Sole 24 Ore’ che ha dimostrato come nel Piceno negli ultimi dieci anni si sia verificato un significativo spopolamento nelle aree interne. "Per chi vive nei paesi dei Sibillini, quando si parla di Beko Europe non si intende un semplice stabilimento, bensì ‘lo stabilimento’ – spiega Sacconi -. Il sito comunanzese contava mille dipendenti ai tempi dei Merloni, poi ridotti a 590 dal 2014 con Whirpool, oggi asciugato a 332 dipendenti, provenienti da 40 paesi, tre province e due comunità montane montane. La stima dei lavoratori interessati dallo stabilimento sale drasticamente se si contano le imprese dell’indotto sparse su questo vasto territorio, che hanno fatto di Comunanza il terzo polo industriale della provincia di Ascoli. La questione dello stabilimento Beko Europe è dunque di rilevanza nazionale, soprattutto se a tali dati si aggiunge il contesto dello spopolamento e dell’energica ricostruzione post sisma. Permettere operazioni che possano portare ad un indebolimento del tessuto lavorativo e industriale vorrebbe dire vanificare gli investimenti della struttura commissariale guidata dal senatore Guido Castelli che insistono sul nostro paese e sul nostro territorio – prosegue Sacconi -. La Regione e il Governo che siederanno in prima linea al tavolo delle negoziazioni con la Beko Europe non possono ignorare che lo stabilimento di Comunanza è il polmone industriale dell’entroterra, oggi essenziale alla nostra sopravvivenza. Le istituzioni non possono assolutamente permettersi di accettare passi indietro sul sito comunanzese. Urge che i nostri rappresentanti portino al tavolo soluzioni creative e ambiziose, come ad esempio la creazione di una zona economica speciale, che siano rappresentative di tutti i lavoratori e cittadini che oggi più che mai hanno bisogno di sostegno e risposte dalla politica. Noi – conclude il sindaco - continueremo ad essere la voce del territorio e ad interagire con tutte le parti e gli attori in gioco affinché nessuno sia lasciato indietro e tutte le possibilità siano vagliate".
Matteo Porfiri