Prosegue a San Benedetto l’attività di rimozione delle biciclette abbandonate o parcheggiate in modo irregolare. Si tratta in particolar modo dei velocipedi agganciati a pali della luce e ringhiere. Lunedì mattina, durante le operazioni di pulizia in viale De Gasperi in preparazione di un evento natalizio previsto per domenica, sono state rimosse ben 44 biciclette collocate in aree non consentite. Qualcuno, in Comune, l’ha già definita "la strage delle bici in sosta". Ma i numeri delle rimozioni non sono comunque bassi anche per quanto riguarda i periodi precedenti. Dall’inizio dell’anno, specialmente nella zona centro-nord della città, sono state rimosse circa 150 biciclette. Il vicesindaco Tonino Capriotti ha fatto il punto della situazione in tal senso: "Quella di lunedì con 44 bici rimosse è stata un’operazione particolare dal momento che rientrava in una serie di interventi finalizzati al ripristino dello stato di decoro dell’area, ma è vero che malgrado abbiamo messo numerose rastrelliere, soprattutto nelle zone più interessate dal fenomeno, ci sono tante persone che continuano ad appoggiare le biciclette a ringhiere e pali della segnaletica o della luce". La procedura prevede che, dopo aver lasciato un avviso sul velocipede, le biciclette vengano rimosse e portate in deposito. Per recuperare la bici, il proprietario deve pagare una sanzione di 50 euro per abbandono in aree vietate o di 29,40 euro se il posizionamento costituisce un’infrazione al codice della strada. Molte delle 44 biciclette rimosse lunedì in viale De Gasperi rientrano in quest’ultima categoria. Capriotti ha aggiunto: "Se nessuno si presenta a prendere quelle bici, le tratteniamo per un anno nel deposito della polizia locale; quindi o vengono rottamate oppure quelle che sono in buono stato vengono donate a qualche associazione caritatevole. L’ultima volta le abbiamo date alla Caritas diocesana, ma abbiamo già ricevuto diverse richieste da parte di altre associazioni di volontariato simili". Nonostante l’installazione di numerose rastrelliere, molti cittadini continuano a parcheggiare le biciclette in modo inappropriato. Il vicesindaco sottolinea come esistano degli esempi clamorosi in questo senso: "Ci sono alcuni esempi lampanti, come quello di via Montello, dove abbiamo messo le rastrelliere e, ciononostante, ci sono ancora tante persone che legano la bicicletta alla ringhiera dell’Albula. In quei casi i vigili urbani intervengono. Magari la rastrelliera è a pochi metri ed è libera eppure il ciclista preferisce lasciare la propria bici agganciata alla ringhiera o al palo".
Emidio Lattanzi