Voto, le previsioni: Italia al centrodestra. Il Pd senza Azione rischia un ko storico

Nelle stime dell'istituto Cattaneo oltre il 60% dei seggi a Fd'I, FI e Lega

La mappa dei collegi uninominali

Come volevasi dimostrare.... Dopo la rottura del "patto di unità d’azione" tra Pd-centrosinistra e, appunto, Azione di Carlo Calenda tutto si è fatto maledettamente più complicato, per Letta&co. Azione, infatti, pur orba di +Europa (andrà col Pd), si presenterà, molto probabilmente, sotto forma di ‘Terzo polo’, in un listone unico con Iv di Renzi e la ‘Lista civica’ di Pizzarotti, aumentando – e frammentando – l’offerta politica dell’ex ‘campo largo’ (Pd-LeU-Iv-Azione-sinistra radicale-5S) e pure, ahiloro, del ‘campo stretto’ (Pd-nanetti-Azione/+Eu). Morale, le previsioni elettorali delle prossime elezioni sono già diventate un ‘bagno di sangue’, per il centrosinistra. Altro che ‘campo largo’. Siamo, di fatto, alle dimensioni del ‘camposanto’.

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A dirlo è un istituto, il Carlo Cattaneo di Bologna, non sospettabile di simpatie ‘destrorse’: trattasi di una prestigiosa Fondazione di ricerca, diretto dal professor Salvatore Vassallo che, sia detto per inciso, ha scritto lo Statuto del Pd, insieme a un altro professore, Stefano Ceccanti. Traduzione: rebus sic stantibus, le prossime elezioni politiche, a meno di improbabili congiunzioni astrali, il Pd e i suoi alleati ‘nanetti’ (Verdi-SI, Impegno civico e pure +Europa) le perderanno e il centrodestra le vincerà in modo largo. A meno che, si capisce, l’astensione – detta "di ritorno", cioè gli ex astenuti, almeno il 30% di essi – o i votanti di altri partiti (M5s in testa) non decidano di andare alle urne e votare, in massa, per il Pd. Il che, però, è come andare ad accendere un cero alla Madonna ‘nera’ di Czestochowa.

Ma vediamole, dunque, le stime del Cattaneo, aggiornate a ieri dopo la loro (rapida) modifica in base alla nuova composizione delle coalizioni. In questo nuovo scenario, dice il Cattaneo, in cui IV e Azione non faranno più parte del centrosinistra (con Iv, in realtà, il ‘rischio’ non c’era mai stato..) e daranno vita a un ‘listone’ (o due liste collegate) che, presumibilmente, la soglia di sbarramento del 3% la passerà, accedendo, dunque, alla ripartizione dei seggi della quota proporzionale (ma non, come pure i 5Stelle, a quella dei collegi uninominali) e considerando le medie di tutti i sondaggi pubblicati tra fine luglio e inizio agosto, ai tre partiti di centrodestra (FdI, Lega, FI) viene attribuito il 46% dei voti sul piano nazionale e al M5S poco meno dell’11%. Invece, per stabilire quanto prenderà il centrosinistra, formato short, e la lista IV-Az il Cattaneo fa ricorso ai sondaggi dei primi mesi 2022 con Az e +Eu contate divise.

"Il centrosinistra arriverebbe al 30%, la lista IV-Azione al 6%", scrive il Cattaneo, che ricorda che la "stima della distribuzione totale dei seggi è effettuata "in base alla distribuzione territoriale delle Europee 2019 e degli ultimi sondaggi". In buona sostanza, il centrodestra farebbe il pieno all’uninominale, sia al Senato che alla Camera. I seggi "blindati", per il centrosinistra, si ridurrebbero a pochissime zone della Toscana e delle parti centrali di appena tre grandi città.

La stima dei seggi del Cattaneo prevede, alla Camera, 245 seggi al centrodestra, pari al 61% (causa l’effetto ‘moltiplicatore’ del Rosatellum), 107 al centrosinistra, 27 per il M5s, 16 per Azione-Iv, 5 agli altri, compresi 4 seggi alla SVP.

Al Senato, invece, il centrodestra sfonderebbe il muro dei 127 seggi (63,5%), il centrosinistra si fermerebbe a 51 seggi, M5s a 12, 7 ad Azione-Iv, altri (sempre SVP-PATT) 3. Insomma, siamo al ‘bagno di sangue’.

Piccola, magra, consolazione: il Cattaneo dà il centrodestra vicino al 66% dei seggi, cioè la maggioranza dei due terzi in entrambe le Camere – sufficiente, volendo, a modificare la Costituzione – ma ritiene "questo scenario molto improbabile". Perché – scrive – "rispetto all’equilibrio che emerge, i margini di crescita sulla quota proporzionale sono risicati. Anche assumendo che i parlamentari eletti all’Estero (sono 8 alla Camera e 4 al Senato, ma lì si vota con il proporzionale puro, ndr) in liste ‘indipendenti’ della ripartizione dell’America meridionale aderiscano al centrodestra, questo dovrebbe conquistare altri 6 collegi uninominali del Senato (assegnati al Pd) e, soprattutto, 20 collegi in più alla Camera".

Il centrosinistra, cioè, dovrebbe perdere non solo nei collegi di Prato, Grosseto o nel I municipio di Genova, ma anche in tutti e tre i collegi del centro di Milano in due di Napoli (Fuorigrotta e San Carlo), nel I e III Municipio di Roma, a Imola, Ravenna, Carpi, Reggio Emilia, Modena, conservando solo 3 collegi (Firenze, Bologna, Scandicci). Scenario drammatico, da ‘fine di mondo’, per il Pd, ma, ormai, neppure da scartare.