Imola, 29 maggio 2022 - Dell’estate dell’ingresso nell’adolescenza del 1998 alla notte della quasi maggiore età griffata Heineken Jammin’ Festival, dalla magica follia degli oltre centomila di 17 anni fa al rinnovato palco rock – colonna sonora delle nostre vite, spericolate o meno – di ieri sera, ecco, per chi come me ha fatto tutti i ‘Vasco’ da allora a oggi, nulla è cambiato. Silenzio, buio, chitarre, la voce del Komandante: l’unica differenza la fanno le lucine della sacra collina del blaschismo, la Rivazza, con le torce degli smartphone che hanno sostituito gli accendini durante l’esecuzione di Sally, inno davvero sacro e per nulla pagano negli eventi straordinari di Imola. Ecco, nulla è cambiato e davvero la città ieri era pienissima, come non accadeva da molto tempo.
E pare d’essere ritornati al 2005, con Heineken e Formula 1: un fiume di visitatori (molti hanno anche pernottato, amici hanno messo la propria casa su Air Bnb solo per i concertoni), auto in coda, file in via Salvo D’Acquisto per un parcheggio, ad esempio, negli ultimi anni, s’erano viste solo per strappare un sacchetto di gloriosa ficattola. La F1, i concertoni, l’autodromo della tanto conclamata polivalenza, stanno dando i risultati sperati e di questi bisogna dare merito a Comune, Con.Ami e a un sistema-Imola che ha visto il suo spirito primigenio (il mutualismo, la cooperazione, il socialismo di Andrea Costa) trasferirsi sulla Regione, sicuramente, e anche a Roma.
Recentemente ho parlato con il sottosegretario Manlio Di Stefano alla Motor Valley Fest e il risultato che tutti (dalle case automobilistiche al Governo) segnalavano era proprio l’unità di intenti che, dalla Farnesina fino al Santerno, ha permesso di riportare il circus a Imola. Ora questo patrimonio va sfruttato ancora di più e il compito per il sindaco Marco Panieri e l’assessora Elena Penazzi è arduo, ma le basi ci sono. Imola deve trasformare sempre di più gli arrivi (cioè chi transita nella città e poi riparte) in presenze. Bene la F1, bene i concerti, ma l’Enzo e Dino Ferrari può fare ancora di più con le manifestazioni sportive e pure il congressuale. Godiamoci queste foto di una Imola pienissima, soddisfatta, grassa, sorridente, un po’ ebbra, anche un po’ stralunata e diversa dalla solita operosità. Come la pioggia alla domenica, come un Natale che non nevica. Lo canta Vasco, lo canteremo noi.