21 maggio 2022 - La pandemia? Finita no, ma sicuramente attenuata. In tutta l’area vasta siamo sotto i 4mila casi settimanali. Da marzo a oggi c’è stata una discesa lenta ma costante", dice Simona Dei, direttore sanitario dell’Asl Sud Est, facendo il punto e annunciando la ripartenza post-Covid.
Direttrice, quale è la scena attuale, dai contagi ai tamponi?
"Per rendere l’idea del calo, a livello aziendale nella settimana dal 3 al 9 gennaio abbiamo avuto 2.133 casi ogni 100mila abitanti (2,13%), mentre la scorsa 468 (0,47%). Sempre considerando le medesime settimane, siamo passati da 89.725 tamponi effettuati a 21.036".
I decessi però continuano.
"Sono dovuti a età e comorbilità. Maggiori sono questi due fattori, maggiori le conseguenze. Le comorbilità sono decisive, spesso il Covid si rivela letale in situazioni già difficili. Perciò è importante che fragili e anziani facciano la quarta dose".
Le vaccinazioni sono ferme.
"Sulla quarta dose c’è una distrazione generale su cui possiamo intervenire. Per stimolare alla vaccinazione abbiamo in atto una serie di interventi che coinvolgono i medici di medicina generale, le farmacie, gli specialisti e la comunicazione. Stiamo organizzando incontri pubblici e open day vaccinali. La rete ospedaliera e i medici di medicina generale invitano alla vaccinazione ad ogni contatto con soggetti interessati. Non vogliamo lasciare nulla d’intentato. Per la terza dose siamo al 67%".
C’è il rischio di una nuova ondata legata ad altri varianti?
"Le varianti saranno sempre presenti. Magari non saranno aggressive come quelle che abbiamo vissuto, ma ci saranno. I rischi maggiori li avremo nella stagione autunnale-invernale".
L’Asl come volta pagina?
"L’era Covid ha insegnato l’importanza basilare della sanità territoriale e della riorganizzazione ospedaliera. Il Pnrr aiuterà proprio in questo senso. Nella nostra Azienda passeremo da circa 180 posti letto di cure intermedie a 340, aumenteranno le Case della salute e le Case di comunità, saranno rafforzate le centrali operative territoriali e sviluppate figure professionali come quelle dell’infermiere di famiglia. Non solo, con la pandemia i nostri professionisti si sono impegnati ad utilizzare i mezzi tecnologici per il teleconsulto e la telemedicina. Per le strutture ospedaliere, ci sarà l’ulteriore sviluppo di percorsi separati per pazienti contagiosi oppure del loro isolamento in ’bolle’, cioè in zone riservate dei reparti dove sono ospitati per altre patologie, qualora risultati positivi dopo il ricovero. Ci saranno risorse poi per l’acquisizione di strumenti tecnologici importanti, sia per complessità che per costo".
Resta l’obbligo di appuntamento per visite ed esami di laboratorio o specialistiche?
"Certo, ciò permette di organizzare in modo migliore e più snello i servizi. È possibile prenotare tramite Cup. Alcune prestazioni come i prelievi sono effettuabili anche i n accesso diretto".
Drive through e Usca fin quando andranno avanti?
"Per ora, seppur rimodulati, i drive through restano attivi, calibriamo l’offerta secondo le necessità del momento. Nella fase acuta di fine dicembre-inizio gennaio, l’offerta di tamponi è stata di oltre 29mila slot a settimana, ora siamo a circa 7.500. Le Usca sono confermate fino alla fine di giugno".