Scosso P.C., l’autista dell’autobus a due piani che ha accompagnato i tifosi del Prato in trasferta a Ravenna e che, suo malgrado, è finito nel mirino dei tifosi locali diventando bersaglio assieme al pullman di un lancio (non si sa quanto improvvisato da parte ravennate) di bottiglie, bastoni e altri oggetti. "Non c’è stata alcuna premeditazione da parte mia nel transitare proprio in quel punto. Non avendo trovato una pattuglia delle forze dell’ordine ad attenderci all’uscita dell’autostrada, siamo andati avanti verso lo stadio seguendo le indicazioni che avevamo a disposizione tramite il navigatore – insiste P.C. –. A bordo avevamo anche delle ragazze e dei disabili. La prossima volta, se mai dovessi guidare nuovamente il pullman di qualsiasi gruppo di tifosi, chiamerò la Questura locale e attenderò al casello il loro arrivo prima di dirigermi da solo verso lo stadio per la partita".La reazione dei tifosi lanieri al lancio di bottiglie e alle provocazioni degli ultras del Ravenna è ben nota e ha portato a un violento tafferuglio in strada fra le due tifoserie, con espositori e supporti metallici per locandine della vicina edicola utilizzati come armi improprie, che si è chiuso con qualche lieve ferito da entrambe le parti. Il tutto ripreso da telecamere e dai telefoni di semplici cittadini. I filmati sono al vaglio della questura di Ravenna, che potrebbe prendere provvedimenti nei confronti dei responsabili. Anche il direttivo Curva Ferrovia Matteo 27 è voluto tornare su quanto accaduto, per fare alcune puntualizzazioni in merito all’ipotesi, di cui ha parlato la stampa anche emiliana, di un possibile regolamento di conti concordato e premeditato o sulla volontà di provocare i tifosi di casa con quel passaggio in autobus. "Tutta la trasferta è stata organizzata alla luce del sole, con tanto di orari di partenza pubblicati su internet e comunicati agli organi preposti, oltre che biglietti nominali. Anche questa trasferta è stata organizzata esclusivamente per un ambito sportivo, che è quello che a noi interessa. Tanto è vero che sul pullman erano presenti donne e semplici tifosi – si legge in un comunicato del direttivo –. Alle partite in trasferta, come in casa, abbiamo sempre cercato di entrare con un’oraun’ora e mezzo di anticipo rispetto all’inizio della gara per poter preparare al meglio le coreografie. Si fa notare che a Ravenna – concludono gli ultras del Prato – non è presente la cartellonistica per la Curva Ospite, tanto è vero che anche il pullman della squadra è passato dalla nostra stessa strada, dieci minuti più tardi".
L. M.