Gas, energia, petrolio: allarme per i rincari

Confindustria: "Situazione fuori controllo". Il metano è schizzato oltre i 2 euro al metro cubo, fino a settembre 2021 costava 20 centesimi

Il presidente di Confindustria Toscana Nord, Daniele Matteini

Pistoia, 9 marzo 2022 - Se prima della guerra le bollette erano allarmanti e per qualcuno insostenibili, adesso "la situazione è fuori controllo". Confindustria Toscana Nord torna a denunciare i pesantissimi rincari che sempre più spesso costringono le imprese a frenare la produzione per non produrre in perdita, una circostanza chiaramente inaccettabile.

L’analisi dell’associazione non lascia spazio a interpretazioni (elaborazioni Consorzio Gas Toscana Nord su dati della Borsa italiana PSV e dell’olandese TTF, aggiornamento a ieri).

"Per il gas metano, dopo il prezzo di 1,20 euro al metro cubo di dicembre, c’era stata a gennaio e febbraio una contrazione fino a 0,86 – sottolinea una nota di Confindustria – A marzo l’impennata: la quotazione in chiusura per il mese in corso prevede 2,10 euro al metro cubo, dopo punte anche di 3,50 euro. Ancora superiori le proiezioni per aprile (2,45 euro al metro cubo) con un modesto arretramento nei mesi successivi, per quanto l’auspicata cessazione della crisi internazionale potrebbe rendere meno severa l’evoluzione delle quotazioni".

Negli ultimi due anni, fino a settembre 2021, le imprese hanno pagato mediamente il gas 0,20 euro al metro cubo, mentre il prezzo storico degli ultimi 15 anni nei contratti a prezzo fisso è variato da 0,14 a 0,35 euro.

Per quanto riguarda l’energia elettrica - in Italia fortemente condizionata dal prezzo del gas metano con cui viene in larga parte generata - dopo i già elevati 240 euro al megawattora a gennaio e i 200 euro al megawattora a febbraio (comunque inferiori a dicembre 2021), "la quotazione del PUN-Prezzo Unico Nazionale – fanno notare ancora gli industriali – registra in questi giorni valori medi intorno ai 400 euro al megawattora". Per capire la portata dell’incremento basta ricordare che nel decennio 2011-2020 il costo dell’energia è stato in media di 56,4 euro al megawattora (fonte: Consorzio CEIR su dati European Energy Exchange, aggiornamento a oggi 8 marzo 2022).

Non è finita. In questi giorni ci sono state ulteriori impennate dei prezzi di materiali fondamentali per le attività industriali, dal barile di petrolio che ha sfiorato i 140 dollari, al gasolio per autotrazione a 1,9 euro al litro, fino a metalli come il rame (oltre i 10mila dollari la tonnellata) o l’alluminio (oltre 4mila dollari la tonnellata).

«Se già lo scorso dicembre c’era un forte allarme per l’incremento della bolletta energetica, ora possiamo parlare di una situazione letteralmente fuori controllo – sottolinea il presidente di Confindustria Toscana Nord, Daniele Matteini –. Incrementi di queste entità rendono difficile se non impossibile l’attività delle aziende che ne sono investite: non si può lavorare in perdita, se non per periodi molto limitati, e non a caso in alcune aziende si registrano già interruzioni della produzione. Nei mesi scorsi, quando, ancor prima della guerra, si erano già manifestate tensioni sui prezzi, le aziende hanno fatto tutto il possibile per tutelarsi, ma non sempre questo è bastato e ancor meno basterà se la situazione che riscontriamo in questi giorni dovesse continuare ancora. Oltre che per i prioritari motivi umanitari e di sicurezza geopolitica complessiva, dobbiamo auspicare con tutte le nostre forze che la guerra in corso si fermi".