Sono un anziano di Cavarzere che ha una sorella più giovane, che abita, o meglio abitava, in un paese padovano vicino, Piove di Sacco, e che è stata purtroppo colpita dal West Nile Virus: dal quale è stata ridotta praticamente ad uno straccio vivente. E che, dopo due mesi di ricovero in isolamento all' ospedale piovese, è stata dimessa, ma ha dovuto essere ricoverata dai familiari in quello di Padova, in condizioni tragiche per un trattamento adeguato. Dove viene mantenuta in vita e alimentata artificialmente. Una povera donna vedova, con una piccola pensione di riversibilità, che non può ovviamente godere di un trattamento diverso in altra casa di ricovero e di cura per mancanza di possibilità economiche. Dopo aver subito tribolazioni per la puntura di zanzara. Si tratta di un virus isolato nel 1937 in Uganda.E mi sono chiesto perché la scienza, durante tutti questo tempo, sia rimasta incapace a porvi rimedio. E che solo ora si stia cercando di frenare in Italia la diffusione contro il proliferare di tale tipo di zanzara con sole pastiglie da gettare in particolare negli scarichi della pioggia pubblici o casalinghi, anche se fornite gratis attraverso i comuni: ma forse giá fuori stagione. In sostanza un male che sembra incurabile che secondo me dovrebbe essere combattuto anche mediante l' innaffiamento di insetticida lungo le strade cittadine e ovunque nei luoghi più soggetti alla diffusione. Rolando Ferrarese, Cavarzere
ArchiveL'incubo del virus West Nile