di ANDREA FONTANA - Da diverse settimane, ormai, reparti corazzati russi e migliaia di uomini sono schierati al confine con l'Ucraina. Due giorni fa sono sbucati anche missili balistici su camion. Un festival degli strumenti di guerra tradizionali. Al netto delle sofisticate tecnologie montate sui singoli tank, un'unità corazzata non è troppo diversa, nella sua gestione, da quelle della seconda guerra mondiale. Ne deriva che nessuna unità meccanizzata, con il codazzo di autocarri e veicoli da trasporto, può restare molto a lungo in assetto operazionale senza subire un logoramento che ne diminuisce via via l'efficacia. L'esperienza di dieci anni mostra che la vera forza di reazione rapida moscovita, al servizio di obiettivi politici in Siria, Libia, Centrafrica, Alto Karabakh, è molto più snella e selettiva: utilizza con efficacia il trasporto aereo, e accanto a pacchetti di paracadutisti spesso dispiega attori ufficiosi, non statali, società private di contractor. Le masse al confine ucraino, allora, a che servono esattamente? Si vedrà. Di sicuro, il pokerista del Cremlino ha già ottenuto il suo scopo, sempre lo stesso: spaccare Nato e Unione Europea mettendone a nudo le contraddizioni. Prendiamo la Germania del neocancelliere Scholz, legata al gasdotto russo. Ha deluso Kiev promettendole solo ospedali da campo; e le armi leggere anticarro che gli inglesi hanno inviato in Ucraina hanno dovuto sorvolare Danimarca, Svezia e Polonia, per non attraversare lo spazio aereo tedesco. L'Estonia voleva donare a Kiev vecchi obici sovietici da 122 millimetri, ma Berlino si oppone: ha voce in capitolo perché in origine quell'artiglieria semistorica era nella Germania Est. Putin assiste. Ce la farebbe, poi, a invadere davvero l'Ucraina, in inverno? Difficoltà sul campo a parte, lo zar deve fare i conti con un bilancio statale da tempo al limite. Non a caso, in Centrafrica opera attraverso la Wagner: violenta società privata di mercenari che di fatto si autofinanzia, attraverso concessioni minerarie ottenute dal governo locale e girate poi agli oligarchi della cerchia putiniana. Il war game inscenato sulla neve, dunque, oltre a fare impazzire i media, quale scopo ha?
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