Dal 31 ottobre al 12 novembre 2021, a Glasgow, è in programma la 26esima edizione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con tutti i “grandi” del mondo chiamati a discutere il grave problema dei cambiamenti climatici e delle emissioni inquinanti. Sul tavolo del meeting internazionale ci sarà anche il caso Cina. Un’inchiesta di Bloomberg, che ha analizzato i dati messi a disposizione da Rhodium Group (un ente di ricerca indipendente che combina dati economici e informazioni politiche per analizzare le tendenze globali), ha svelato come alcune aziende asiatiche inquinino – da sole – come o più di interi Stati e metropoli mondiali. I dati allarmanti delle aziende cinesi Basta qualche esempio, svelato dall’inchiesta di Bloomberg, per far capire quanto grave sia la situazione delle emissioni di gas nocivi da parte di aziende e fabbriche cinesi. La Cina Baowu, il principale produttore di acciaio al mondo, ha immesso più CO2 nell'atmosfera lo scorso anno rispetto al Pakistan. Il gigante petrolifero statale Sinopec Group, in una delle sue sussidiarie, la China Petroleum & Chemical, ha contribuito al riscaldamento globale più del Canada, a sua volta un peso massimo delle emissioni con l'undicesima posizione tra le nazioni con il maggior numero di emissioni di CO2. E ancora. La China Faw Gruppo Corp ha emissioni nocive simili a quelle dell’intero stato americano del New Jersey e maggiori di quelle del Bangladesh. Shagang Group, che si occupa di energia termica, immette gas serra nell’aria come le città di Chicago e Nuova Delhi messe insieme. Per non parlare della Cina Huaneng Power International, che inquina come l’intero Regno Unito, o la Alluminium Corp of China che, da sola, fa registrare le stesse emissioni di gas serra di 13,3 milioni di auto che guidano per un anno. La Cina da sola produce più emissioni di tutte le altre nazioni sviluppate Secondo lo studio di Rhodium Group nel 2019 le aziende cinesi hanno inquinato l’aria più di tutte le nazioni sviluppate messe insieme. Le dichiarazioni di Lauri Myllyvirta, analista del Center for Research on Energy and Clean Air - un gruppo di ricerca ambientale con sede in Finlandia - lasciano poco spazio ai dubbi "le emissioni di numerose imprese statali nei settori dell'energia, dell'acciaio, del cemento, della raffinazione del petrolio e di altri importanti settori delle emissioni sono uguali a quelle di intere nazioni". La ricetta per una svolta è banale ma molto complicata. "Una volta che queste imprese allineano i loro investimenti e piani aziendali con l'obiettivo di neutralità delle emissioni – spiega sempre Lauri Myllyvirta - possono dare un enorme contributo, se lo desiderano".
ArchiveCop26, alcune aziende cinesi inquinano il mondo più di nazioni intere