Ha voluto essere lei a decidere, come sempre

iniziano a scorrere le prime notizie del telegiornale.

iniziano a scorrere le prime notizie del telegiornale.

iniziano a scorrere le prime notizie del telegiornale.

A casa, noto che Marcella è andata dal parrucchiere e ha un taglio nuovo di capelli. Le dico che le sta bene e lei sorride con un’aria diversa dal solito, quasi allegra. Menomale, penso, mentre il mal di testa continua a martellare.

"Ti sei ricordata di comprare il Moment?" chiedo lasciandomi cadere su una sedia in cucina.

"Sì. Di nuovo mal di testa?" Annuisco.

"Vuoi che spenga la tele?"

"No, abbassala solo un po’."

Marcella l’abbassa, va a cercare il Moment, torna in cucina e mi porge due compresse con un bicchiere d’acqua.

"È quasi pronto" dice scusandosi per il ritardo della cena.

"Fa’ pure con calma, non ho granché appetito."

"E ho anche una cosa da dirti."

"Non adesso."

Il televisore ronza, scorrono le prime notizie del telegiornale. Sull’andamento dell’economia, su un costruttore edile e i suoi collaboratori arrestati per riciclaggio di denaro sporco...

Marcella ha subito smesso l’aria allegra e recuperato invece quella ingrigita e intristita degli ultimi tempi.

"Cos’è che devi dirmi?" chiedo, pentito del tono brusco di prima.

Lei sorride, fa la faccia delle grandi occasioni e io capisco prima che parli.

"Aspetto un bambino."

"Magnifico!" dico con scarsa partecipazione. Poi, per evitare che se ne accorga troppo: "Vieni qui che ti coccolo un po’".

Si siede sulle mie ginocchia, affonda il viso sulla mia spalla, io l’accarezzo sul collo e sui capelli fre- schi di parrucchiere. Seguo distrattamente le notizie del tigì.

“Un’altra tragedia sul lavoro. Un operaio di quarantasei anni è morto ucciso dalla pressa che stava riparando. Dalla nostra inviata a Lombardore...”

Continuo ad accarezzare Marcella perché è più comodo accarezzarla che fare tutte le domande di rito: sei proprio sicura? quando l’hai saputo? quando nascerà? eccetera. Però sono contento, soprattutto per lei, solo che in questo momento tra il mal di testa e la preoccupazione per lo zaino, non ce la faccio a essere espansivo.

“Intercettazioni illecite: il Consiglio superiore della Magistratura ha disposto...”

"Non gliel’ho ancora detto a nessuno, né ai miei né ai tuoi."

"Glielo diremo insieme. E domani andiamo a festeggiare."

“Tragico incidente questa mattina sull’Autostrada del Sole, in prossimità dello svincolo di Arezzo. Quattro i morti e ancora una volta sotto accusa è la velocità. Ci colleghiamo con il nostro inviato sul posto.”

"Ho fatto bene a insistere per questo appartamento. Tu preferivi quello con il soggiorno più grande e una stanza in meno, ma adesso..."

"Adesso avremmo un bel problema e invece..."

“Secondo la polizia stradale le due auto coinvolte, una Porsche Carrera e un SUV della BMW, stavano gareggiando.”

Una Porsche Carrera.

“Lo scontro è infatti avvenuto sul filo dei 220-240 chilometri all’ora. Una delle vittime è una giovane donna, da sola alla guida della Porsche...”

"Nicola..."

"Scusa un attimo."

“Nadia Bonelli, di ventisette anni, residente a Roma.”

Il respiro mi si blocca, un groppo mi chiude la gola. Guardo impietrito la foto sullo schermo.

“La donna ha sterzato sulla sinistra, perdendo il controllo della vettura, mentre stava per essere su- perata dal SUV BMW X Five, condotto da Cosimo Pa- ri, secondo la polizia trafficante internazionale di droga. Con lui sono morte altre due persone ancora da identificare, probabilmente i suoi guarda- spalle. Nell’urto il SUV ha scaraventato la Porsche sulla corsia opposta, fortunatamente in quel mo- mento deserta, poi ha proseguito la corsa per una quindicina di metri e si è schiantato contro il pilone del viadotto che vedete alle mie spalle.”

Marcella si è staccata da me, si è voltata verso la tele.

"Li conoscevi?"

“Tutti sono morti sul colpo. L’autostrada è stata chiusa in entrambe le direzioni per tre ore e si sono create lunghe code.”

Bevo un sorso d’acqua. Marcella mi guarda stupita.

"Conoscevo la donna. Da ragazza frequentava le medie di fronte all’officina."

"E te la ricordi ancora?"

"Dalla foto sembra lei."

"È stata la tua ragazza?"

"No."

"Sicuro?"

"Se ti dico di no! Guarda che l’acqua della pasta bolle da un bel po’..."

Si alza, non convinta del tutto. Dovrò mentire meglio quando tornerà sul discorso.

Vorrei essere solo in questo momento, non sotto gli occhi di lei che continua a voltarsi per guar- darmi.

Nadia morta. E con lei il suo ex, che la stava inseguendo, che aveva scoperto quello che in teoria non avrebbe mai potuto neppure sospettare. Inseguendola con i suoi guardaspalle, cioè i gorilla che l’avrebbero massacrata per farle sputare il nascondiglio della roba.

No, non ha perso il controllo della vettura. Ha sterzato deliberatamente per farsi centrare, ha voluto essere lei a decidere, come sempre, scegliendo in che modo morire. Un urto tremendo, gli airbag che non bastano, una frazione di secondo e tutto è finito. Non sono arrivati a prenderla, a farla parlare.

Nadia. Nadia Nadia Nadia.

Non possono arrivare a me. Cinque chili di roba nascosti nel garage dei miei. Coca della migliore qualità. Quanto possono valere cinque chili di purissima coca colombiana? Un capitale, credo.

Mimmo lo sa di preciso.

2008 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano

2015 Mondadori Libri S.p.A., Milano